Complesso di operazioni, di svariato tipo e natura, tendenti a rendere impenetrabile all’acqua (o ad altro liquido) una struttura, o un tessuto, o altro materiale.
I tessuti sono resi impermeabili all’acqua e permeabili all’aria attraverso due procedimenti: a) per precipitazione sulle fibre del tessuto di sali insolubili in acqua (per lo più sali basici d’alluminio); b) per trasformazione chimica della superficie delle fibre, ottenuta inserendo nella struttura polimerica gruppi aventi carattere idrofobo. In tutti i procedimenti di i. – compreso quello al latice di caucciù usato in passato, ma ancora impiegato per determinati impieghi (teli per copertoni, tessuti tecnici, abiti da palombaro ecc.) – l’operazione prevede uno o più passaggi in vasca d’impregnazione e spremitura seguiti o no da un trattamento di polimerizzazione. Nel caso dei tessuti gommati, la gomma viene sciolta in benzina con l’ausilio di apposite impastatrici e il tessuto, dopo essere stato impregnato con la soluzione, subisce un passaggio supplementare in macchina vulcanizzatrice.
Nelle i. edilizie hanno importanza fondamentale l’i. delle coperture dei fabbricati e l’i. delle murature in fondazione. Per la i. delle coperture a terrazza il tipo di manto impermeabile più usato (a in fig. 1) è quello costituito da uno o due strati dello spessore di 8-12 mm di malta di asfalto (92-96% della massa del manto) e bitume naturale (8-4%). È opportuno applicare, specie per le terrazze praticabili, un sovrastante pavimento b di protezione con relativo allettamento c. In ogni caso è indispensabile costituire preventivamente sulla terrazza delle falde inclinate a piccola pendenza (1-2%) con massetti di calcestruzzo d, in modo da raccogliere l’acqua piovana in punti prestabiliti dove sono sistemati i bocchettoni e dei discendenti di scarico f. Il manto bituminoso è risvoltato verticalmente lungo i muretti d’attico e proseguito sotto la copertina g. Qualunque sia il tipo di i. impiegato, devono essere curati particolarmente i raccordi tra la terrazza e i muretti d’attico che la delimitano. La i. delle murature di fondazione ha lo scopo di impedire all’umidità del terreno di risalire per capillarità fino ai piani superiori dell’edificio. Si usa per questo una malta asfaltica del tipo già detto per le coperture (a in fig. 2), applicata in uno o due strati sopra tutto il piano di spiccato dei muri del fabbricato, ed eventualmente applicata anche sulle pareti verticali (b). Il pavimento, se il locale è abitabile, viene in genere costruito su apposito solaio distaccato dal terreno o su vespaio a camera d’aria; per locali non abitabili può essere usato un vespaio c aerato in pietrame e sovrastante un massetto d di conglomerato cementizio (10-15 cm) e uno o due strati e di malta di asfalto e bitume. Il problema della i. si presenta altresì nel campo delle costruzioni destinate a contenere acqua o altri liquidi (serbatoi idrici e industriali, piscine ecc.). Nel caso della i. di pareti di vari tipi di strutture (serbatoi, vasche, piscine, impianti di depurazione, condotte di cemento armato ecc.) ha grande diffusione l’utilizzazione di miscele di malte cementizie con resine polimeriche che possono essere applicate sia a pennello sia a spruzzo, generalmente in doppio strato di qualche millimetro di spessore totale.