Regista belga (Bruxelles 1957-Strasburgo 1998). Dopo studi d'arte drammatica al Conservatoire di Bruxelles, fondò il collettivo teatrale Ymagier Singulier, rivelandosi con lo spettacolo Rimbaud 1871-1873 (1979). Con il suo gruppo, S. ha proposto un teatro fisico e coinvolgente, ispirato al teatro della crudeltà, attento a cogliere, con una recitazione quasi intimista, le sfumature più recondite dei testi, e a sfruttare gli effetti scenografici di spazi aperti, estranei all'architettura convenzionale del teatro, come aree industriali in disuso, caserme e capannoni abbandonati: Le moine di M. G. Lewis (1981), Fastes/Foules da Les Rougon-Macquart di É. Zola (1983), A. da Agatha da M. Duras (1986). La bellezza coreografica, la forza evocativa delle luci e la potenza rituale fanno delle Troiane (1988), rappresentato fra le rovine di Gibellina dopo nove mesi di lavoro con una compagnia cosmopolita di trentasei donne, il culmine creativo di un decennio. In seguito S. ha inaugurato una nuova fase di ricerca, imperniata su lunghissimi laboratori con gli attori (Des passions dai Demoni di Dostoevskji, 1992; Faustae tabulae, da P. Auster e Philip Dick, 1995; Assalto al cielo da Pentesilea di H. von Kleist, 1996; Thémiscyre II. Come vittime infiorate al macello, 1997, ancora nell'ambito del progetto sulle Amazzoni che la morte prematura del regista ha lasciato incompiuto).