tigrè Lingua semitica parlata in Eritrea, nella zona occidentale (da Kàssala fino ad Agordat e a Cheren) e nord-occidentale (da Massaua e dalle isole Dahlak fino a Port Sudan). Suddivisibile in due aree dialettali (quella meridionale e quella settentrionale), pur non essendo una lingua scritta possiede una ricchissima letteratura orale.
T. indica anche il nome delle popolazioni che parlano questa lingua, ma in tal senso, il termine, pur impiegato nella letteratura scientifica, non corrisponde a quello utilizzato dai parlanti t., i quali indicano sé stessi con i rispettivi nomi tribali. I principali gruppi sono i Beni Amer, i Beit Asgade, i Mensa, i Marya e una parte dei Bileni; come seconda lingua il t. è diffuso tra i Nera (o Barea). Gran parte di questi gruppi sono allevatori di cammelli, di bovini e ovini, ma nelle aree più fertili dell’altopiano eritreo sono numerosi gli agricoltori sedentari. I t. sono in prevalenza musulmani, ma molti di loro sono stati cristiani fino al 19° secolo. Caratteristica dei Beni Amer e di altri gruppi era la divisione della società in aristocrazia e servi, come in molti popoli pastorali dell’Africa.