(arabo Sūdān) Vasta regione dell’Africa, che si stende, senza limiti ben definiti, fra il margine meridionale del Sahara e la regione equatoriale. Il nome in arabo, per esteso Bilād as-Sūdān, significa «Paese dei Neri». Dal punto di vista del rilievo, il S. si presenta come una vasta estensione pianeggiante, la cui altitudine è in genere inferiore ai 500 m e discende a 240 nel Ciad, e a 160 m nel punto più depresso, il Bodélé. Aree più elevate si trovano ai margini, sia a O, nell’orlo verso la Guinea (1400-1800 m), sia a S, sulla soglia spartiacque con il bacino del Congo (1300-1600 m). Compreso nella regione intertropicale, precluso alle influenze oceaniche, privo di zone elevate, il S. presenta condizioni di clima piuttosto uniformi: temperature molto elevate e precipitazioni relativamente scarse. Queste ultime peraltro crescono da N, dove si risentono le influenze sahariane (Timbuctù 230 mm annui; Khartoum 130), verso S, dove la piovosità aumenta rapidamente fino a raggiungere 500-800 mm. Idrograficamente il S. appartiene a tre bacini diversi: del Ciad, del Nilo, del Niger. Dal punto di vista della vegetazione, prevalgono di gran lunga le formazioni erbacee, e soprattutto la savana (talora con boscaglia).
La popolazione è assai mescolata. I Sudanesi veri e propri predominano nel S. occidentale (Mandingo ecc.), ma gruppi con caratteristiche assai spiccate si trovano anche nel bacino del Nilo, dove prevalgono i cosiddetti Nilotici (Scilluk, Nuer, Bari ecc.). Popolazioni diverse, nomadi, sono a O i Fulbe, allevatori, gli Hausa, commercianti (nel S. occidentale e centrale) e i Tuareg. Dal bacino del Nilo sono penetrati largamente verso O gli Arabi. L’islamismo si è largamente diffuso, da N e da E, in tutto il Sudan.
Fondamento dell’economia sono l’allevamento, molto sviluppato nelle savane occidentali, e l’agricoltura, aiutata, dove è possibile, dall’irrigazione (miglio, riso, mais, manioca, banano, cotone ecc.). La popolazione è in genere sedentaria e si addensa specialmente nel bacino del Niger e del Benue, e sul basso Chari, mentre le steppe del N e dell’E sono molto più radamente abitate. I grandi Stati indigeni costituitisi in passato nel S. furono distrutti uno a uno dalla penetrazione europea, che tuttavia fece modesti progressi, cosicché il numero degli europei stanziati nel S. è sempre stato assai piccolo. Politicamente la regione del S. è ora divisa in una quindicina di Stati, per la maggior parte derivanti dalla decolonizzazione dell’Africa Occidentale Francese e di alcuni possedimenti britannici; il nome della regione è rimasto alla Repubblica del S., che corrisponde all’antico S. anglo-egiziano. Sudanese Designazione introdotta da D. Westermann nel 1911 per le lingue parlate in un’ampia fascia dell’Africa, che va dall’Atlantico all’Etiopia e al Kenya. Negli anni 1950 J.H. Greenberg suddivise le lingue sudanesi in diversi gruppi, collegati geneticamente con 3 grandi famiglie fra loro irrelate: la famiglia Niger-Congo, che comprende tutte le lingue diffuse lungo la costa dal Senegal al Camerun, cui Greenberg unì anche il gruppo bantu nel cono centro-meridionale del continente e il piccolo gruppo delle lingue kordofaniane parlate sui monti Nuba del S. a sud-ovest di Khartoum; la famiglia delle lingue ciadiche, parlate nella Nigeria settentrionale, nel Niger e nel Ciad, di cui la più nota è lo hausa, considerato da Greenberg parte della famiglia afroasiatica (il vecchio camito-semitico), che comprende anche l’antico egiziano, il berbero, il cuscitico, l’omotico (il vecchio cuscitico occidentale) e il semitico; tutte le altre lingue precedentemente considerate sudanesi furono raggruppate da Greenberg nella famiglia nilo-sahariana, incuneata tra il Niger-Congo e l’afroasiatico in un grande arco dal Mali (con il gruppo songhai) alla Tanzania (con le lingue nilotiche meridionali). Nelle sue linee essenziali tale classificazione ha mantenuto la sua validità, anche se il consistente miglioramento della conoscenza di molte lingue africane ha richiesto alcuni piccoli aggiustamenti. Le lingue kordofaniane, per es., sembrano costituire 2 gruppi, dei quali l’uno geneticamente affine al Niger-Congo, mentre l’altro, il kadugli-krongo, è secondo alcuni studiosi un ramo del nilo-sahariano, secondo altri invece è l’unico discendente rimasto di una famiglia linguistica ormai estinta.