toga Capo di vestiario del cittadino romano, indossato sopra la tunica. Scomparsa nell’Alto Medioevo, la t. riappare a Venezia nel 14° sec. quale veste maschile ampia e lunga, con maniche: era dei magistrati, dei nobili, dei senatori (rossa), e dal 1360 dei medici (nera). Scomparsa dopo la Rivoluzione francese, la t. è rimasta in uso per magistrati e avvocati, e per i professori universitari nelle cerimonie.
Plinio riporta che la t. praetexta, orlata di una fascia rossa, era di origine etrusca, prima usata come distintivo della dignità regia, poi di quella consolare e delle più alte cariche statali e sacerdotali, e anche dai giovanetti, detti perciò praetextati, che a 16 anni assumevano la t. virilis o pura, tutta bianca. Una t. candida era indossata dagli aspiranti alle cariche civili (v. fig.), che furono perciò detti candidati; la t. pulla, di colore scuro, era segno di lutto. Di dimensioni più ridotte e caratterizzata da semplici pieghe durante la Repubblica, divenne sempre più lunga e più ampia durante il 1° sec. a.C. Si gettava un lembo sulla spalla sinistra, girando il retro dietro il dorso sotto l’ascella destra, e facendo ricadere il lembo opposto sopra la spalla sinistra, coprendo così tutto il braccio sinistro e lasciando libero il destro. Nei rilievi dell’Ara Pacis compare anche la foggia più ricercata, che copre il dorso e le spalle, formando un’insenatura (sinus) sul petto, da cui esce la mano destra. Durante i sacrifici si tirava l’orlo posteriore sulla testa (capite velato). Nel periodo antoniniano si usava ripiegare l’orlo anteriore in più strati per formare una fascia (tabula) attraverso il petto (t. tabulata). Il cosiddetto cinctus gabinus, introdotto pare da Gabi, consisteva nell’avvolgere il secondo lembo come una cintura intorno ai fianchi: era usato per ragioni rituali e quando si doveva agire capite velato. Nel tardo Impero le dimensioni andarono man mano riducendosi. La trabea era una t. ornata di fasce (trabes) di porpora o d’altro colore. Commedia togata (lat. fabula togata) Commedia latina di argomento romano, così detta perché gli attori indossavano non più il pallio (come per le commedie palliate), ma la t. romana. Caratteristica fu la gravitas, per i limiti imposti alla comicità dal mettere in scena personaggi romani. Il primo scrittore di togate fu Titinio.