Nome d'arte dell'attore Antonio De Curtis (Napoli 1898 - Roma 1967). Esordì nel caffè-concerto imitando la "marionetta" creata da G. De Marco, per passare poi (1926) nelle compagnie di operette Maresca, che cominciavano a rappresentare riviste, come comico-grottesco. In seguito, a capo di una propria compagnia, si affermò (1929) nella parodia dei Tre Moschettieri di M. Manzini. Comico di grande forza e mimo eccezionale, erede della grande tradizione partenopea e insieme di certo "assurdo" petroliniano, è stato interprete acclamatissimo di riviste di grande successo (Ma che ti sei messo in testa?, 1944; Con un palmo di naso, 1944). Nel cinema dal 1937 (Fermo con le mani), mettendo a frutto la lezione dell'avanspettacolo diede vita, con la sua raffinatissima tecnica dei tempi di recitazione e un'impressionante abilità nei giochi linguistici, a un monumento di comicità insuperabile. Fra i suoi numerosissimi film, si ricordano: Animali pazzi (1939); San Giovanni Decollato (1940); Totò le Mokò (1949); L'imperatore di Capri (1949); Totò cerca casa (1949); Napoli milionaria (1950); Guardie e ladri (1951); L'uomo la bestia e la virtù (1953); L'oro di Napoli (1954); Totò, Peppino e la malafemmina (1956); I soliti ignoti (1958); Uccellacci e uccellini (1966); Che cosa sono le nuvole (episodio di Capriccio all'italiana, 1967). Scrisse anche poesie in dialetto napoletano: 'A livella (1964); Dedicate all'amore (post., 1977).