trascendentalismo Movimento poetico e filosofico nordamericano che ebbe il suo centro nella Nuova Inghilterra nella prima metà del 19° secolo. Le sue origini risalgono al 1815, quando la Chiesa unitaria (➔ unitariani) si staccò dal calvinismo ortodosso, con un’affermazione di liberalismo religioso; ma solo nel 1836 R.W. Emerson fornì, in Nature, la formulazione più precisa delle istanze trascendentalistiche. Il t. volle essere insieme ribellione all’ortodossia unitariana e affermazione dell’originalità della cultura americana in confronto alla cultura europea. Per il t. l’unica realtà è quella trascendentale, che impronta di sé ogni altra realtà: in sostanza, fu una reazione al razionalismo e alle posizioni, anche morali, religiose e sociali che a esso più o meno direttamente s’ispiravano; e, insieme, un’esaltazione dell’individuo nei suoi rapporti con la natura e la società. Il t. è l’aspetto americano del romanticismo e del romanticismo americano rappresenta il vertice ideologico e anche artistico.
Caposcuola è generalmente considerato Emerson, che esercitò larga influenza sui contemporanei attraverso numerosi saggi e conferenze e per mezzo della rivista, The Dial, che dal 1840 al 1844 fu l’organo del gruppo trascendentalista di Concord, presso Boston. Di questo fecero parte, con Emerson, H.D. Thoreau, W.E. Channing, il filosofo B. Alcott e Margaret Fuller Ossoli. Al t. si riconnettono, per vie solo in qualche caso dirette, alcuni dei maggiori scrittori del romanticismo americano: oltre Thoreau, W. Whitman, N. Hawthorne e lo stesso H. Melville.