trasporti
Sistemi che fanno diventare il nostro mondo più piccolo
Senza i mezzi di trasporto la nostra civiltà non esisterebbe. Da migliaia di anni l’uomo ha sperimentato strumenti diversissimi per trasferire oggetti o persone. Terra, acqua, cielo, non vi è ambiente che non conosca propri mezzi di trasporto. Nel corso della storia si è passati dalla prevalenza, per le grandi distanze, del trasporto navale – fino al 19° secolo – a quella dei trasporti su rotaia, fino a quella del trasporto su gomma e di quello aereo
Ai giorni nostri spostarsi è, nello stesso tempo, naturale e indispensabile. Si prendono i mezzi pubblici per andare a scuola o al lavoro, si usa la macchina per andare dal dentista, si va in vacanza con il treno, con l’aereo o con il traghetto. Le materie prime vengono trasportate fino ai luoghi dove sono presenti le fabbriche e i prodotti finiti sono trasportati presso i luoghi dove vengono venduti. I nostri stili di vita o i nostri modelli di consumo non potrebbero essere quelli che sono senza un sistema di trasporti organizzato come il nostro, e d’altra parte i nostri trasporti sono a immagine dei nostri stili di vita e dei nostri modelli di consumo. In altre parole, il problema dei trasporti non può essere affrontato se non si considerano tutte le caratteristiche di una società; a loro volta le scelte che operiamo nel settore dei trasporti possono essere determinanti per lo sviluppo futuro della nostra società.
Il trasporto delle merci e quello delle persone presentano problemi molto diversi, che nelle varie epoche hanno portato a scelte addirittura opposte.
La necessità di trasportare merci nacque intorno al 9° millennio a.C., quando agricoltura e allevamento diventarono attività dominanti rispetto alla caccia, ma solamente con la nascita dei primi agglomerati urbani diventò necessario trasportare persone oltre che spostare il materiale edilizio verso le città.
Contrariamente a quanto avviene oggi, nel trasporto delle persone l’aspetto militare, legato al controllo delle città, era dominante, mentre gli spostamenti privati erano molto rari. Dunque, se i problemi principali per il trasporto merci erano i costi e la difficoltà di spostare materiale pesante, per il trasporto di soldati la necessità fondamentale era la velocità.
Per le merci, il trasporto via terra era svantaggioso per la necessità di usare animali da traino, che andavano rifocillati nel caso di tragitti lunghi e di carichi pesanti. Inoltre l’attrito su strade non sempre pavimentate aumentava notevolmente i costi: in epoca romana, per esempio, il trasporto via terra aveva un costo circa cinque volte maggiore di quello via acqua. Per le merci il sistema a trazione animale fu dunque riservato al trasporto per tragitti brevi, tipicamente di prodotti agricoli.
Diverso fu il caso del trasporto di persone, per il quale era prioritario il tempo necessario per raggiungere la meta. Il trasporto militare, infatti, avveniva in modo massiccio anche per via terrestre. L’eccezionale estensione della rete stradale romana, che arrivò a oltre 80.000 km, fu dovuta proprio alle esigenze di controllo militare del territorio. Il trasporto di truppe fu facilitato dalla pavimentazione delle strade, ma soprattutto dall’esistenza di stazioni di posta a distanze prefissate per sostituire i cavalli.
Fino alla rivoluzione industriale non vi fu nessun progresso significativo nel trasporto terrestre, se non in termini di comodità di viaggio, importante per il trasporto di passeggeri ma del tutto irrilevante per migliorare il trasporto delle merci.
La preferenza riservata per il materiale pesante ai trasporti per nave spiega il motivo per cui tutte le città dell’area mediorientale sorsero lungo i corsi dei fiumi o sul mare. Prima i Fenici, quindi i Greci e i Romani svilupparono molto la navigazione, con navi in legno mosse sia dalla forza dei rematori sia da quella del vento. Il Medioevo vide importanti innovazioni, specie quando, nell’11° secolo, si scoprì che le navi, con un opportuno sistema di vele, potevano riuscire a risalire il vento. Fino ad allora le imbarcazioni montavano singole vele quadre con le quali potevano solamente essere sospinte dal vento, e quindi dovevano essere dotate anche di un sistema di remi. Le navi divennero così più agili, con equipaggi meno numerosi, e ciò ridusse ulteriormente i costi del trasporto marittimo. Questo nuovo sviluppo permise tra l’altro di attraversare l’Oceano Atlantico verso l’America e fu alla base della creazione dei grandi imperi coloniali (colonizzazione).
Nel 19° secolo l’invenzione della macchina a vapore influenzò un po’ alla volta anche il trasporto navale: tuttavia il definitivo abbandono delle vele arrivò solamente con i motori diesel. Le prime macchine a vapore avevano infatti rendimenti troppo bassi per essere l’unico mezzo di propulsione, anche perché imponevano di partire con enormi quantità di combustibile – legname o carbone – che riducevano drasticamente le capacità di carico. Questo non impedì di realizzare, nella prima metà del 20° secolo, grandi navi passeggeri che permisero, tra l’altro, la massiccia emigrazione dall’Europa verso gli Stati Uniti (si pensi al celebre e sfortunato Titanic).
Dalla seconda metà del 20° secolo le navi, ormai dotate soprattutto di motori diesel, sono divenute meno importanti per il trasporto di persone (a parte le navi da crociera per il turismo e i traghetti per la copertura di brevi tratte verso le isole), mentre restano importanti per il trasporto di merci molto pesanti, o per il trasporto del petrolio.
Anche per il trasporto terrestre l’invenzione della macchina a vapore fu determinante, sebbene i cambiamenti abbiano tardato ad arrivare. Le prime applicazioni delle macchine a vapore furono infatti legate alla produzione industriale, e solamente in un secondo momento si passò ai trasporti.
Per il trasporto terrestre il grande problema da superare continuava a essere l’attrito. I motori erano molto pesanti e il loro rendimento era basso. La soluzione arrivò con il trasporto su rotaia. Grazie all’industrializzazione, i manufatti in ferro avevano subìto un notevole abbassamento di costi e ciò permise l’introduzione delle rotaie in ferro.
Ancora una volta una scelta nel campo dei trasporti influenzò lo sviluppo economico e sociale. L’industria siderurgica fece un enorme balzo in avanti per la necessità di produrre carrozze, locomotive e rotaie. Vi furono importanti cambiamenti urbanistici, nacquero ponti e gallerie e la tecnica delle costruzioni civili si perfezionò moltissimo. Per la prima volta città e industrie cominciarono a sorgere lontano dall’acqua. Grazie alla riduzione dei costi di trasporto si diffusero alcuni prodotti a basso costo, che finalmente potevano essere trasferiti su lunghe distanze. Inoltre vennero rivalutati anche numerosi terreni agricoli fino ad allora considerati di scarso interesse per la loro distanza dai corsi d’acqua navigabili.
La supremazia del treno su altri mezzi di trasporto di merci rimase incontrastata a lungo, grazie al fatto che con una sola locomotiva era possibile spostare grandi carichi: infatti le rotaie garantivano stabilità anche a convogli lunghissimi. Il trasporto privato all’inizio non fu molto influenzato dalla ferrovia. Gli spostamenti di persone su lunghi tragitti erano ancora un fenomeno marginale e i costi dei trasporti, confrontati con i salari dell’epoca, escludevano l’uso del treno da parte di gran parte della popolazione. Soltanto l’abbassamento dei costi dei trasporti a poco a poco trasformò il treno in un mezzo per il trasporto privato creando il fenomeno del pendolarismo tra città e campagna.
La semplificazione dei processi industriali che si avviò con l’industrializzazione del 19° secolo ebbe una prima interessante ripercussione sul trasporto privato: la diffusione della bicicletta. Grazie alla produzione industriale la bicicletta si sostituì progressivamente al cavallo, ma, soprattutto divenne accessibile anche ai ceti più poveri. Ciò contribuì a quella progressiva ‘democratizzazione’ del trasporto privato che da allora non si è mai più arrestata.
Ripercussioni simili ebbe l’invenzione del motore a benzina. Le automobili sostituirono le carrozze diventando beni di massa usati da un numero sempre crescente di persone.
La diffusione delle auto provocò anche un mutamento sostanziale nella società, e in particolare nell’urbanistica. Sorse infatti un sistema capillare di strade che, a sua volta, influenzò le scelte nel campo del trasporto delle merci: il trasporto su gomma diventò una valida alternativa a quello su via ferrata. Questo sistema di spostamento delle merci rendeva possibile il trasporto porta a porta senza dover effettuare quella che in gergo si chiama rottura di carico, ossia lo spostamento del carico da un mezzo a un altro.
Tuttavia, il passaggio progressivo al trasporto su strada comportò un peggioramento delle linee ferroviarie. Mentre si investiva sempre di più sulla creazione di strade, i rami poco utilizzati delle ferrovie diventavano sempre meno efficienti.
Nel tempo questo circolo vizioso ha portato a un potenziamento sempre crescente dell’autotrasporto, che è diventato il mezzo di trasferimento delle merci prevalente in tutti i paesi europei.
L’Italia, in particolare, è il paese europeo nel quale l’autotrasporto copre la più alta quota di trasporto di merci. Si pensi che oltre l’80% delle merci viaggia su gomma. I motivi di questo ‘primato’ sono numerosi: tra questi, oltre a ferrovie poco concorrenziali, c’è il fatto che in Italia la popolazione è dispersa su tutto il territorio, che le industrie sono mediamente piccole e che è ancora molto diffuso il commercio al dettaglio.
L’aumento della ricchezza media ha provocato nell’ultimo trentennio una grande crescita della domanda di trasporto e la scelta prevalente continua a essere il trasporto su gomma. Ciò pone seri problemi di sostenibilità ambientale, in termini di inquinamento, traffico e sicurezza. Saranno necessari interventi specifici in grado di spostare il trasporto verso altri mezzi, anche perché, secondo le previsioni nazionali e dell’Unione Europea, il trasporto su strada è destinato a crescere anche per il prossimo decennio, pur se a tassi ridotti.
In Europa l’auto privata viene utilizzata per soddisfare circa l’80% delle necessità private di spostamento, ma sarebbe invece importante potenziare i mezzi pubblici, rendendoli competitivi in termini di velocità, affidabilità e costi.
Per il trasporto di merci il problema è più complesso e le difficoltà nascono da diversi fattori. In particolare, l’uso dei camion è comunque necessario per raggiungere ogni altro mezzo di trasporto e il trasbordo della merce da un mezzo all’altro è molto costoso, fa aumentare i tempi di spostamento e rischia di danneggiare la merce. Non c’è dunque alcuna convenienza a scegliere trasporti alternativi quando i tragitti sono brevi. Purtroppo in Italia questo avviene nella maggioranza dei casi: circa il 40% del trasporto merci non supera i 50 km e addirittura i due terzi dei trasporti sono al di sotto dei 200 km.
Perciò ogni intervento per scoraggiare il trasporto di merce su gomma può ragionevolmente riguardare quella frazione di trasporto merci che avviene su lunghe distanze, anche se le scelte alternative al trasporto su gomma sono disincentivate dal fatto che le industrie e i grandi centri commerciali sono localizzati lungo le grandi arterie stradali.
Un discorso a sé merita lo sviluppo del trasporto aereo che, come accadde in passato per le navi, nella prima metà del Novecento è derivato quasi esclusivamente da esigenze belliche. Già tra le due guerre mondiali esisteva qualche servizio di trasporto di passeggeri e di posta, ma era di scarsa rilevanza anche per i costi notevoli e per la grande insicurezza.
Durante la Seconda guerra mondiale furono costruiti aeroplani in metallo sempre più grandi e sicuri, con motori a reazione (jet) che permisero in pochi anni di arrivare a velocità doppie rispetto a quelle dei motori a elica. Attualmente gli aerei sono diventati un mezzo quasi insostituibile per il trasporto di persone. Permettono di raggiungere ormai qualsiasi luogo sul Pianeta e sono mezzi molto sicuri e relativamente poco costosi, se si considera il costo per chilometro percorso e il notevole risparmio di tempo dovuto alle alte velocità.
Oggi l’aeroplano è un mezzo di trasporto indispensabile, e ci si può fare un’idea di come si viaggerebbe senza di esso leggendo il libro Un indovino mi disse (1995) di Tiziano Terzani. L’autore descrive il suo anno 1993 in cui scelse deliberatamente di non volare mai, per via della profezia di un indovino. Terzani era un giornalista, corrispondente dall’Asia del settimanale tedesco Der Spiegel, e percorse in quell’anno migliaia di interminabili chilometri con tutti i possibili mezzi fatta eccezione per aerei o elicotteri!
Proprio per la stretta connessione tra le politiche in materia di trasporti e i problemi della società, in tutti i paesi esiste una istituzione che si occupa dei trasporti. In Italia, all’inizio del secolo, dall’accorpamento tra il Ministero dei Lavori Pubblici e quello dei Trasporti e della Navigazione nasce il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Gli obiettivi del ministero sono di garantire il buon funzionamento dei trasporti marittimi aerei e terrestri, attraverso la creazione di infrastrutture adeguate sia sulle aree urbane sia su quelle interurbane e la garanzia di servizi di sicurezza, di soccorso marittimo e stradale e della gestione portuale. In Europa esiste inoltre la Conferenza europea dei ministri dei Trasporti (CEMT), un’organizzazione intergovernativa nata nel 1953 allo scopo di coordinare le scelte dei ministri dei Trasporti dei vari paesi e di ricercare linee di azione congiunte a livello europeo in materia di trasporti.
I viaggi evocano avventura e scoperte, non soltanto per il luogo che si raggiunge, ma spesso per il mezzo usato per compierlo.La letteratura per ragazzi offre un meraviglioso campionario di viaggi realizzati con mezzi di trasporto fantastici. In anni recenti la saga del maghetto Harry Potter ha offerto un’infinità di splendide invenzioni. Le informazioni sono trasportate con le strillettere, aperte le quali il malcapitato destinatario è investito dalla voce urlante del mittente che gli ricorda un impegno. Non manca un ‘Ufficio per il trasporto magico’ che coordina il trasporto di maghi. Non ci sono solamente le classiche scope volanti, o i treni che partono da binari inesistenti, ma anche le fantastiche passaporte. Si tratta di oggetti qualunque, scelti per non essere notati dalla gente comune, i babbani, che servono a trasportare maghi da un posto all’altro in un orario prestabilito. I maghi non devono far altro che toccare la passaporta all’ora convenuta per trovarsi istantaneamente catapultati verso la propria meta.
Il trasporto delle informazioni ai tempi nostri è semplice e immediato. A pochi secondi da un evento tutto il mondo può esserne informato grazie alle linee telefoniche e in particolare a Internet. L’esistenza di mezzi rapidi con cui far circolare le notizie in alcuni casi limita la necessità di viaggiare. Eppure il trasporto delle informazioni per secoli ha coinciso con quello delle persone, fossero queste il messo o il guidatore della carrozza, della nave, dell’aereo. Un’eccezione a questa regola è stato da sempre… il piccione viaggiatore. I piccioni hanno la straordinaria capacità di ritrovare la strada e per questo il loro ruolo è stato di cruciale importanza in tutti i periodi storici, specialmente in campo bellico, dall’antica Grecia fin quasi ai giorni nostri. Forse non stupisce che la notizia della sconfitta di Napoleone nella celebre battaglia di Waterloo sia giunta tempestivamente a Londra grazie a un piccione viaggiatore, ma certo è più sorprendente che nella Seconda guerra mondiale vi sia stato un massiccio impiego di questi volatili nelle operazioni di spionaggio da parte dei Tedeschi.