TSS Sigla di tethered satellite system («sistema con satellite al guinzaglio»), che nella tecnica spaziale indica un sistema per la produzione di energia elettrica costruito in Italia (i primi studi, datati al 1972, si devono a M. Grossi, con il contributo di ulteriori sviluppi da parte del fisico G. Colombo che nel 1976 presentò un progetto di massima) nel quadro di una collaborazione tra gli enti spaziali italiano e statunitense. Il sistema è costituito da un corpo orbitante intorno alla Terra (un grosso satellite artificiale, una stazione spaziale, nello studio di fattibilità lo shuttle) che provvede allo svolgimento e al riavvolgimento di un sottile cavo conduttore (lungo nella fase di studio 20 km), all’altra estremità del quale è fissato un satellite. Il corpo orbitante e il satellite al guinzaglio tendono a disporsi lungo la verticale: il cavo, tagliando le linee di flusso del campo magnetico terrestre, diventa sede di forza elettromotrice; con il ‘filo’ lungo 20 km si ottiene una differenza di potenziale ai suoi capi di circa 5 kV. Per utilizzare questa differenza di potenziale è necessario chiudere il circuito mediante un opportuno fascio di elettroni prodotti e accelerati da un cannone elettronico. La possibilità di generare così energia elettrica sarebbe di grande interesse applicativo nell’ambito delle tecniche spaziali, ma le due missioni del TSS compiute a bordo dello shuttle non sono state coronate da successo: nella prima (1992), a causa di un guasto meccanico, il cavo si è svolto solo per pochi metri; nella seconda (1996) il cavo si è rotto subito dopo essersi svolto.