In medicina, parte del labirinto dell’orecchio e propriamente la cavità compresa tra la cassa del timpano, la coclea e i canali semicircolari. L’apparato costituito dalla porzione non acustica (o labirinto posteriore) dell’orecchio interno, cioè dall’utricolo e dal sacculo, che nel loro complesso costituiscono il v. membranoso, e dai canali semicircolari si chiama apparato vestibolare. È un organo di senso specifico che viene incluso fra le strutture propriocettive perché gli stimoli che lo sollecitano sorgono nel suo interno e perché i fenomeni derivanti dalla sua attivazione non affiorano alla coscienza come succede per le attività esterocettive. È preposto alla regolazione dell’attività tonica e fasica della muscolatura striata: in particolare contribuisce all’elaborazione della sensibilità spaziale, informa della posizione del capo rispetto al tronco e contribuisce alla conservazione dell’equilibrio nella stazione eretta, nelle varie posture e nella condizione di moto. I recettori sono rappresentati da cellule sensoriali contenute nelle creste acustiche dei canali semicircolari e nelle macule del sacculo e dell’utricolo, che sono caratterizzate dalla presenza di lunghe ciglia emananti dalla loro superficie libera. Nelle creste acustiche le ciglia sono protette da una massa gelatinosa di natura proteica, in forma di cupola, che raggiunge la volta del canale; le ciglia delle cellule sensoriali delle due macule sono inglobate in una membrana (membrana otolitica) contenente minuti cristalli di carbonato di calcio, denominati otoliti, otoconi o anche statoconi.
Da stimolo per i recettori dei canali semicircolari funziona l’accelerazione angolare, positiva o negativa (decelerazione), che induce la formazione di correnti nell’endolinfa; queste si ripercuotono sulla posizione delle ciglia tramite la deformazione della massa gelatinosa cupoliforme che le ingloba; l’accelerazione rettilinea e la forza di gravità agiscono invece sulle ciglia delle cellule maculari tramite la deformazione della membrana otolitica. Fenomeni caratteristici di sofferenza vestibolare sono, tra l’altro, le vertigini e i nistagmi.