Diacono romano (m. Siracusa 555). Vescovo dal 531, fu eletto pontefice nel 537 con l'appoggio di Belisario dopo la deposizione di papa Silverio. Il suo nome è legato soprattutto alla sua posizione esitante nel giudizio sui Tre Capitoli (scritti favorevoli al nestorianesimo): spinto da Giustiniano e nella speranza di ricomporre la rottura con i seguaci di un'altra eresia, il monofisismo, emise (548) un decreto di condanna. Successivamente, però, all'emissione di un altro decreto da parte di un concilio convocato da Giustiniano (551), e quindi all'ingerenza dell'Impero nelle competenze della Chiesa, V. mostrò la sua contrarietà, sebbene alla fine finisse per accettarlo (553), provocando uno scisma che divise a lungo la Chiesa.
Designato alla successione da papa Bonifacio II, si vide preferiti prima Giovanni II, poi Agapito. Al seguito di Agapito a Costantinopoli, alla sua morte (534) si fece garantire la successione dall'imperatrice Teodora e tornato a Roma (536), si mise alla testa della latente opposizione contro Silverio, che era stato fatto eleggere papa dal re goto Teodato. Deposto Silverio sotto l'accusa di avere avuto rapporti con i Goti che assediavano Roma, V. fu eletto e consacrato suo successore (25 marzo 537). Malvisto dai Romani per il suo carattere avido e ambizioso, debole e violento insieme, fu accusato d'incerta ortodossia per la sua posizione esitante nella condanna dei Tre Capitoli. Arrivato a Costantinopoli nel giugno 547, essendosi fatto precedere da lettere ferme in merito alla condanna formulata da Giustiniano nel 544, V. modificò il suo atteggiamento, sia per le pressioni esercitate su di lui sia per la speranza prospettatagli di ricondurre alla comunione con Roma, attraverso la condanna dei Tre Capitoli, i monofisiti: pertanto l'11 aprile 548 V. emetteva lo Iudicatum, nel quale i Tre Capitoli erano esplicitamente condannati, sia pure con riserve intese a mantenere l'autorità del Concilio di Calcedonia. Successivamente, in attesa di deferire la questione a un concilio, V. ottenne di farsi restituire lo Iudicatum, e di fronte a un nuovo decreto di condanna di Giustiniano (551) assunse un atteggiamento di tenace opposizione. Ma alla fine, stanco e malato, l'8 dic. 553 V. aderì alla condanna dei Tre Capitoli emessa dal concilio convocato da Giustiniano. Tale adesione ebbe per conseguenza uno scisma che per molto tempo separò da Roma i vescovi dell'Africa, della Gallia, dell'Italia settentr., dell'Illiria e della Dalmazia. Nella primavera del 555 V. riprendeva la via di Roma, morendo in viaggio a Siracusa nel giugno di quello stesso anno.