zoosemiotica Disciplina che studia il comportamento comunicativo degli animali, ovverosia, il linguaggio degli animali. Termine e disciplina si devono all’iniziativa di un gruppo di linguisti (C.F. Hockett, T.A. Sebeok e altri) e di zoologi (T. Tavolga e altri) attivi negli USA, e hanno avuto poi diffusione anche in altri paesi. La z. teneva, ai suoi inizi, a distinguersi dall’orientamento, già allora assai sviluppato, dell’etologia. Infatti, mentre l’etologia si occupava principalmente della comunicazione animale nel quadro di uno studio globale del comportamento degli animali, la z. si occupava di esso sullo sfondo di una teoria generale dei segni (semiotica) e con particolare attenzione alle differenze tra i sistemi comunicativi degli animali e quelli dell’uomo. In conseguenza, tentava di stabilire una collaborazione assai stretta tra zoologi, etologi, linguisti, semiotici e teorici della comunicazione, con l’intento di costituire vaste classificazioni delle possibilità semiotiche nel regno animale. Venuto a mancare l’apporto dei linguisti, che studiavano il comportamento comunicativo degli animali solo indirettamente, e non essendosi mai veramente ottenuto un accostamento dei non linguisti ai fenomeni più specifici del linguaggio umano, la peculiarità della disciplina finì praticamente con il dissolversi, lasciando nelle sole mani degli etologi lo studio del linguaggio animale in quanto tale. Per questa ragione il termine z. ha finito con l’indicare, essenzialmente, un momento storico della ricerca, e allude a un’aspirazione, non realizzatasi, di collaborazione interdisciplinare.