Gli a. costituiscono un regno di eucarioti che comprende quegli organismi che presentano corpo pluricellulare e riproduzione sessuale nella maggior parte dei casi. Lo sviluppo si compie per mezzo di una sfera cava, la blastula, la cui cavità a volte è molto ridotta e che è costituita da cellule diploidi. La meiosi è gametica; la nutrizione è eterotrofa e ingestiva o secondariamente osmotrofa in alcuni parassiti. Gli a. popolano gli ambienti acquatico, terrestre ed endozoico; a quest’ultimo ambiente appartengono gli endoparassiti. Il regno è rappresentato da un gran numero di taxa: sono state descritte circa 1.500.000 specie ripartite in molti phyla, ma secondo alcune stime le specie ancora da scoprire e descrivere sono più di 10.000.000. I Protozoi non vengono considerati a., ma appartengono al regno a sé stante dei Protisti (➔).
Nel mondo dei primitivi agli a. sono attribuite qualità peculiari desunte dalla loro forma, dalla loro forza, dalla sicurezza del loro istinto. Per l’uomo arcaico l’a. rappresenta anzitutto il ‘totalmente altro’, l’alterità e l’estraneità assolute, carattere peraltro condiviso da altre sfere della natura (le piante, i minerali, le acque, gli astri ecc.). Nelle civiltà caratterizzate da un essenziale rapporto con il mondo degli a., quali sono le culture dei cacciatori e dei pastori-allevatori, quello fra uomo e a. è un rapporto ambivalente, nel quale la sacralità che scaturisce dal ‘totalmente altro’ si plasma nella trama di un comportamento regolato da norme. Con l’idea dell’a. come dotato di potenza estranea e solidale è connesso il totemismo dei cacciatori; ma anche all’infuori di questo l’a. è una delle forme del numinoso, nel quale il divino si rivela all’uomo. Da qui deriva il culto degli a. (a. sacri), largamente praticato, almeno in forma rudimentale, presso tutti i popoli. L’a. può essere considerato anche impuro, cioè sacro ma sinistro (per es. il maiale, il cane, tra gli a. domestici, o il serpente), oppure amico e favorevole (per es. le vacche in India). Per la potenza di cui è investito, l’a. fomenta la vegetazione o lo sviluppo di città, nelle cui leggende di fondazione determinati a. hanno spesso una parte importante, come a Roma la lupa. All’a. concepito come divino-umano (e rimasto tale nella favola), quando si rafforza la coscienza della differenza, succede l’idea del passaggio, temporaneo (licantropia) o definitivo (metamorfosi) e talvolta la razionalizzazione (Acca Larenzia come lupa, nel senso di meretrice, anziché animale)