primaio
primàio agg. [lat. primarius, der. di primus «primo»; v. anche primario e primiero], ant. – Primo: Così discesi del cerchio primaio Giù nel secondo (Dante); io fui il p. uomo a cui egli dicesse [...] che egli era per isposare la Bergamina (Boccaccio). ...
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turpe
(ant. turpo) agg. [dal lat. turpis]. – Moralmente vergognoso; che offende gravemente la dignità, l’onestà e soprattutto il pudore; sconcio, sozzo, ributtante: un’azione t.; parole, atti, gesti [...] brutto, non piacevole a vedersi: sotto turpissime forme d’uomini si truovano maravigliosi ingegni dalla natura essere stati riposti (Boccaccio); certo vergogna Avria di sé, più che Minerva il giorno Che, di fatto sonando, al fonte scòrse Il turpe ...
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ottava
s. f. [femm. sostantivato dell’agg. ottavo]. – 1. Periodo di sette giorni che segue a una festività religiosa, di cui è un prolungamento: l’o. di Pasqua, di Natale. 2. Nella metrica, strofa di [...] della ballata o della canzone, comparve nella poesia religiosa e giullaresca sulla fine del sec. 13° e venne usata dal Boccaccio per la poesia narrativa, di cui restò il metro caratteristico: poema in ottave (o anche in ottava rima). Talvolta, più ...
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turpitudine
turpitùdine s. f. [dal lat. turpitudo -dĭnis, der. di turpis «turpe»]. – L’essere turpe: non si può non condannare la t. di un comportamento, di un linguaggio, di certa letteratura; individuo [...] di una t. ributtante; in senso concr., azione o espressione turpe: fare, dire delle turpitudini. Ant. o letter., grande bruttezza fisica: Panfilo, volendo la t. del viso di messer Forese mostrare, disse ... (Boccaccio). ...
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ognora
ognóra (ant. ognióra, 'ógni óra', ogn’óra) avv., letter. – Sempre: il poeta non possiede che le sue ali ognora crescenti (Deledda). È frequente, soprattutto in poesia, la forma tronca ognór (ant. [...] più (anche, raram., in grafia unita, ognorpiù), per indicare aumento continuo, movimento crescente: dico, ridico, e ognor più torno a dire (Alfieri). Come cong. temporale, ognora che, ognor che, ogni volta che: ognora ch’io mi specchio (Boccaccio). ...
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malavoglienza
malavogliènza s. f. – Variante ant. di malevolenza, nel senso di malvolere, astio, rancore: senza alcuna m. alla donna portarne, la quale fallato non gli pareva ch’avesse (Boccaccio). ...
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inacerbire
(ant. innacerbire) v. tr. [der. di acerbo] (io inacerbisco, tu inacerbisci, ecc.). – Rendere acerbo o più acerbo; per lo più nel sign. fig. di inasprire: i. un dolore, una questione; i. gli [...] fiede (T. Tasso). Come intr. pron., inacerbirsi, farsi più acerbo, inasprirsi: inacerbirsi contro un avversario; il suo odio s’inacerbì. ◆ Part. pass. inacerbito, anche come agg., inasprito, esasperato: ramorbidare gl’innacerbiti spiriti (Boccaccio). ...
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spiacenza
spiacènza s. f. [der. di spiacente], ant. – Dispiacere: Forse che non gli saria spiacenza, Se el sapesse quanta pena i’ sento (Boccaccio). ...
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guercio
guèrcio agg. [voce di origine germ.] (pl. f. -ce). – Che guarda storto per difetto fisico, cioè per strabismo, detto sia della persona (in questo caso è spesso sostantivato, e anche usato come [...] guercio di malizia netto (Pulci); sentir del g., ant., essere un po’ strabico: ella aveva il naso schiacciato ... e sentiva del g. (Boccaccio). Per estens., detto (per lo più in tono spreg.) di chi ci vede male, di chi è quasi cieco da un occhio o è ...
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spiacevole
spiacévole agg. [der. di spiacere]. – 1. Che dispiace, che addolora o rammarica: notizie s.; una sorpresa s.; increscioso, imbarazzante: un caso, un incidente, un equivoco s.; sgradito: una [...] o fastidioso: Margherita, bella tra tutte l’altre, ... ma sopra ogni altra bizzarra, s. e ritrosa (Boccaccio). ◆ Avv. spiacevolménte, in modo spiacevole, non gradito o increscioso: una situazione spiacevolmente imbarazzante; questa notizia mi ...
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Pittore. Figlio di un Antonio de Boccatiis, espertissimo ricamatore, di famiglia originaria di Cremona ma che già dal 1465 aveva preso quasi stabile dimora a Ferrara lavorandovi anche per conto degli Estensi, nacque a Ferrara circa il 1467 se...
Scrittore (Certaldo o Firenze 1313 - Certaldo 21 dic. 1375). Tuttora sostenuta da alcuni la nascita a Parigi, da un'ignota francese, certo è comunque che il B. nacque da un amore illegittimo d'un mercante certaldese stabilitosi a Firenze, Boccaccio...