Sostegno sul quale si fissano o appoggiano le bocche da fuoco per poterle manovrare e trasportare. Dai primi a. rozzi e rudimentali, i maggiori progressi si ebbero nel sec. 16°, con la distinzione fra artiglieria da campo e d’assedio: furono ideati e usati allora a leggeri e mobili (Gustavo Adolfo, sul principio del sec. 17) e altri perfezionamenti furono introdotti da J.-B. de Gribeauval, dopo la guerra dei Sette anni, nel materiale di artiglieria francese. Quindi fu usato materiale idoneo all’impiego in montagna nel sec. 18° e metallico nel sec. 19°, quando fu adottata la rigatura nelle bocche da fuoco. Per un buon funzionamento nell’artiglieria d’oggi, gli a. debbono permettere celerità, giustezza e precisione di tiro; protezione dei serventi del pezzo e rapidità di spostamento.
Fino ai primi anni del sec. 20° gli a. erano rigidi, cosicché alla partenza del colpo tutto il complesso subiva l’effetto del rinculo. In seguito furono adottati organi elastici (freno e recuperatore) e guide per lo scorrimento dell’arma. Le più moderne esigenze tattiche, specie per i tiri a grande gittata, per quelli controcarro e contraerei, hanno creato tipi di a. aventi ampi settori di tiro in direzione e in elevazione, dotati di sospensione elastica e ruote pneumatiche per il traino, oppure semoventi, corazzati per i piccoli calibri; o scafi di carri armati nei quali viene incavalcata l’arma. I cannoni e le mitragliere navali vengono disposti su a. generalmente più complessi e più pesanti di quelli terrestri. In tale ambito si usano a. a piattaforma che permettono di sistemare più cannoni in un impianto solo, multiplo.