P. continentale La parte sommersa degli attuali continenti che si estende, con una pendenza media di 0,1°, dalla linea di costa fino a una profondità stabilita per convenzione.
Il ciglio esterno della p. (shelf break o shelf edge), posto in corrispondenza di una rottura di pendenza, separa la p. dalla scarpata continentale (pendenza media 4°) e si trova a profondità variabile da 20 fino a 550 m. La profondità dello shelf break e la larghezza della p. continentale (da 2 fino a 1500 km) sono largamente dipendenti dall’assetto tettonico del margine continentale. Gli agenti fisici che operano sulle p. attuali sono piuttosto complessi: onde, maree e correnti sono quelli fondamentali. Sebbene questi processi interessino tutte le p., generalmente uno di essi è sempre dominante, tanto che vengono distinti quattro principali regimi idraulici che consentono di classificare le p. in: a) p. dominate dalle onde; b) p. dominate dalle maree; c) p. dominate dalle correnti oceaniche; d) p. dominate dalle tempeste. Le p. continentali sono sostanzialmente di due tipi: pericontinentali, dove il mare ha trasgredito il margine di un continente (per es., la quasi totalità delle attuali p. continentali) ed epicontinentali, dove il mare ha trasgredito sull’intero continente. Oltre a queste p. ne esistono altre isolate negli oceani (p. oceaniche, ingl. platform).
I depositi di p. possono essere suddivisi in tre tipi principali: attuali, che sono relativamente in equilibrio con i processi attivi sulla p.; relitti (costituiscono circa il 50% del totale), deposti in condizioni ambientali differenti da quelle in cui si trovano oggi; palimpsesti, che rappresentano sedimenti relitti rielaborati dai processi attivi sulla piattaforma.
Nell’ambito dei sedimenti attuali vengono distinti: a) sedimenti terrigeni o detritici, apportati sulle p. principalmente a opera dei corsi d’acqua; b) sedimenti biogeni od organogeni, costituiti da frammenti di molluschi, alghe, coralli, foraminiferi, peloidi ecc.; c) sedimenti autigeni, formatisi in posto, come la glauconite o i minerali fosfatici; d) sedimenti vulcanici, rappresentati da ceneri e scorie; e) sedimenti residuali, prodotti da alterazione in situ del substrato roccioso. La maggior parte delle p. continentali è a prevalente sedimentazione terrigena o silicoclastica; le principali associazioni di facies riconosciute sono: a) quella relativa ai sedimenti relitti preolocenici, non in equilibrio con le condizioni attuali; b) quella relativa alla fascia o prisma costiero dove si concentrano le sabbie di spiaggia, o barriera, che si assottigliano verso il mare; c) quella relativa alla lente o coltre di fango, che ricopre parte dei sedimenti relitti; i fanghi infatti, bypassando la zona costiera, sono andati a depositarsi su vari tratti della piattaforma. Le attuali p. silicoclastiche vengono classificate in relazione alla natura dei sedimenti che le costituiscono e del loro regime idraulico.
Le p. continentali a prevalente sedimentazione carbonatica si trovano tra i 30° di lat. N e i 30° S. Tutta la produzione di sedimenti è legata agli organismi, anche se non mancano sedimenti relitti depostisi durante la trasgressione olocenica. Due sono le maggiori categorie di p. carbonatiche subtropicali: le p. aperte (open shelves) e le p. orlate (rimmed shelves). Le prime sono piane costiere invase dal mare durante la trasgressione olocenica, non hanno bordi di protezione e sono fortemente interessate dalle tempeste e dalle correnti di marea. Le seconde presentano invece sbarramenti costituiti da isole, barre tidali e scogliere; gli sbarramenti limitano all’interno della p. un’area lagunare che risulta protetta dall’azione delle onde e delle tempeste.
Costituendo il naturale prolungamento della terraferma, l’ampiezza della p. continentale di ciascuno Stato dipende dalla conformazione geologica delle coste. Secondo la Convenzione sul diritto del mare di Montego Bay del 1982, lo Stato è titolare di diritti concernenti lo sfruttamento e l’esplorazione della p. e in particolare, senza pregiudicare il regime giuridico del mare e dello spazio aereo sovrastanti, lo Stato costiero può sfruttare in modo esclusivo le risorse minerarie, nonché costruire installazioni per l’esplorazione della p. e lo sfruttamento delle sue risorse e istituire zone di sicurezza intorno a tali istallazioni entro un raggio di 500 m. La delimitazione della p. tra Stati adiacenti o che si fronteggiano deve essere effettuata per via d’accordo al fine di pervenire ad una soluzione equa.
P. per macchine utensili Dispositivo usato per fissare un pezzo alla macchina. Va avvitato sul mandrino ed è formato da un disco munito di un certo numero di scanalature radiali sulle quali scorrono, comandate da un codolo filettato, delle griffe o morsetti a gradini. Nei tipi comuni il centraggio del pezzo è ottenuto manovrando separatamente i morsetti e controllando di volta in volta la posizione a mezzo di viti. Nelle p. autocentranti lo spostamento radiale dei morsetti è contemporaneo in modo da ottenere una centratura automatica e precisa.
P. stabilizzata Struttura con assetto costante rispetto a un riferimento grazie a dispositivi come i giroscopi.
P. polifunzionale Complesso centralizzato e integrato di impianti in grado di accettare rifiuti industriali di varia provenienza i quali, una volta analizzati e classificati all’arrivo, possono essere avviati al trattamento più appropriato in modo da massimizzare i possibili recuperi e da restituire all’ambiente materiali in quantità ridotte, e comunque innocuizzati. Le p. polifunzionali sono organizzate secondo varie linee di trattamento: per es., depurazione biologica per residui organici non tossici; rigenerazione di solventi e recupero di oli esausti; trattamenti chimico-fisici per acque reflue (riduzione dei cromati, ossidazione dei sali ferrosi, precipitazione di metalli ecc.); termodistruzione con recupero energetico; solidificazione e fissazione chimica di fanghi, di acque reflue organiche e inorganiche e di ceneri dell’impianto di incenerimento mediante processi di inertizzazione, con produzione di materiale inerte da avviare in discarica controllata di seconda categoria tipo B.
P. petrolifera Impianto per la perforazione di pozzi per esplorazione e produzione di idrocarburi in aree marine. Consta delle attrezzature di perforazione e funzionamento (impianti di testa della p.) e della struttura di supporto con le sue fondazioni, che assicura la p. contro l’azione di venti, onde e correnti. Le p. si distinguono in p. di esplorazione e p. di produzione.
Le p. di esplorazione possono spostarsi autonomamente, o con rimorchiatori, restando poi fisse nelle zone individuate con indagini geofisiche e geologiche e sono di tipo autosollevante, o jack-up (per profondità fino a circa 100 m), o semisommergibile (per grandi profondità e utilizzate anche per la produzione; fig. 2). Le prime hanno struttura di supporto costituita da zampe a traliccio (con elementi tubolari d’acciaio) poggiate sul fondo e su cui può scorrere, con sistema a cremagliera, il ponte con impianti e attrezzature di perforazione. Giunta la p. in postazione, le zampe si abbassano e si conficcano nel fondo mentre la p. si solleva fino ad altezza di sicurezza rispetto alle azioni di onde e maree.
Le p. semisommergibili sono in acciaio e a volte in cemento armato. La p. poggia su colonne di grande diametro, contenenti una zavorra di acqua di mare, acqua dolce e carburante con cui si controlla il livello di immersione. Ciò rende stabile la p. anche in condizioni severe di moto ondoso, ma il mantenimento in posizione, in assenza di connessione fissa col fondo (dove è situata la testa di pozzo), è effettuato mediante ancoraggio con cavi o con un sistema di posizionamento dinamico che compensa l’azione delle onde e delle correnti con spostamenti ottenuti con apparati di propulsione. Il collegamento tra testa del pozzo e impianto di superficie è una lunga tubazione (riser) con giunti flessibili e telescopici.
Le p. di produzione sono fisse, installate in posizione opportuna per lo sfruttamento completo del giacimento, in acciaio (su pali e a gravità) o in calcestruzzo (a gravità). Le prime sono a traliccio, vincolate al fondo marino con pali nelle colonne principali, e giungono fino a circa 400 m.
Le p. a gravità, usate in condizioni meteo-marine gravose (Mare del Nord) e zavorrate nel luogo di installazione fino a farle appoggiare sul fondo, si mantengono in equilibrio grazie al peso (fig. 1); del cemento è pompato sotto la base di appoggio per distribuire meglio il carico. Da esse si diramano molti pozzi di estrazione ed è possibile inoltre immagazzinare nei cilindri di zavorra il greggio estratto, espellendo acqua, evitando separate e costose opere di accumulo.
Per profondità da 300 m a circa 1000 m, si impiegano p. trasparenti o cedevoli, costituite da strutture reticolari in acciaio, che assorbono meno energia dalle onde, diminuendo l’intensità della sollecitazione, e oscillano con ampie escursioni. A questa famiglia appartengono: la p. o torre a fondazione rigida, ancorata alla base, e con struttura elastica; la p. o torre a base articolata, ancorata a una base di pali con una cerniera e dotata di sistema di galleggiamento che contrasta le azioni orizzontali con una spinta idrostatica; la p. o torre controventata o strallata, fissata al fondo con fondazioni rigide, ha cavi di controventatura (fissati a pali di ancoraggio) a bilanciare le spinte orizzontali; attrezzature di produzione e testa di pozzo sono in superficie. Sempre per produzione, in acque fino a circa 800 m, si usa la p. ad ancoraggi tesi o TLP (tension leg platform), p. semisommergibile cedevole che resiste alle onde in modo controllato, collegata al fondo da tiranti in acciaio pretensionati per cui i movimenti verticali e orizzontali sono rispettivamente ridotti a qualche millimetro e limitati a qualche decina di metri in fondali di 300-400 m. Esistono anche teste di pozzo subacquee: hanno equipaggiamenti di produzione e centro di controllo montati su un natante.
P. stradale Superficie superiore della strada, comprendente la carreggiata e le banchine; nei rettifili è sagomata a doppio spiovente, mentre nelle curve è a spiovente unico rialzato al bordo esterno; è delimitata sui due lati dai cigli nei tratti in rilievo o dalle cunette nei tratti in trincea.
In aeronautica, la p. giroscopica di riferimento assomma le funzioni del girodirezionale e dell’orizzonte artificiale fornendo orientamento della prua e indicazione dell’assetto del velivolo; nei sistemi di navigazione inerziale aeronavali e spaziali, la p. giroscopica inerziale fornisce, istante per istante mediante accelerometri, velocità e posizione del veicolo.
Nella tecnica artiglieristica, p. è il piano metallico su cui è fissato l’affusto di artiglierie fisse (terrestri e navali) e che ruota solidalmente con l’affusto medesimo nei movimenti di brandeggio; per analogia, l’uso del termine si è esteso alla tecnica missilistica per indicare la struttura (p. di lancio) che sostiene un missile in fase di lancio (➔ missile).