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giacimento

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Concentrazione di minerali (solidi, liquidi, gassosi), formatisi in seguito a processi naturali, chimici, fisici o organici, all’interno o all’esterno della crosta terrestre, che hanno rilevante importanza economica tanto da essere utilizzati industrialmente (g. minerari). Sul criterio di utilità, che d’altra parte varia anche con il progredire della tecnica e con l’evolversi dell’impiego dei diversi materiali naturali, influiscono vari fattori, tra i quali i principali sono: profondità rispetto alla superficie della crosta terrestre, qualità del minerale o dei minerali contenuti nel g., potenzialità del g., suo rendimento in minerali utili, sua distanza dai luoghi di consumo ecc.

La forma dei g. minerari è molto variabile in relazione sia al carattere geologico e tettonico dell’area in cui si rinvengono, sia ai processi di alterazione subiti. Possono essere o di forma molto irregolare, oppure tabulari, filoniani, lenticolari o prossimi alla forma sferica.

fig.

I criteri di classificazione sono numerosi:, per es., si distinguono in metalliferi o non metalliferi, a seconda che se ne possano estrarre metalli o no; in singenetici o epigenetici, a seconda che siano originati o no contemporaneamente alle rocce incassanti e per lo stesso processo che ha generato tali rocce; in primari o secondari, a seconda che si trovino ancora o no nel luogo e nelle condizioni in cui si sono originati. Molto più razionale, perché corrispondente ai fondamentali processi nei quali s’inquadrano tutte le formazioni di minerali e di rocce nella crosta terrestre, è la classificazione che suddivide i g. minerari in magmatici, sedimentari e metamorfici (v. fig.).

G. magmatici

Sono suddivisi in plutonici e vulcanici. I g. plutonici comprendono tutti quelli che si formano in seguito al consolidamento di una massa magmatica, all’interno della crosta terrestre. Poiché questo processo si attua attraverso una diminuzione di pressione e temperatura, è possibile distinguere g. liquido-magmatici, g. pegmatitici-pneumatolitici, g. idrotermali. I g. liquido-magmatici o ortomagmatici si formano per adunamenti, in varie zone dell’ammasso intrusivo, dei minerali che si separano per primi, quando il magma è ancora in gran parte allo stato fluido: a questo tipo appartengono i g. di nichel, cromo, ferro. I g. pegmatitici-pneumatolitici si formano per processi di differenziazione nei magmi quando è ultimata, o quasi, la segregazione dei minerali ortomagmatici; dal punto di vista della giacitura possono essere filoniani, se i convogli mineralizzanti hanno depositato i minerali in fratture beanti del terreno; di impregnazione, se i convogli mineralizzanti hanno traversato rocce permeabili depositando i minerali nei vacuoli esistenti; infine metasomatici, se i minerali pegmatitici hanno sostituito i componenti della roccia attraversata. Le loro condizioni di formazione sono: temperatura moderata (400-700 °C) e presenza di elevate concentrazioni dei componenti volatili, i quali facilitano la cristallizzazione dei minerali e determinano la genesi di specie assolutamente caratteristiche. Fra queste sono da ricordare: lepidolite, spodumene, berillo, monazite, wolframite, molibdenite, scheelite, cassiterite, uraninite, thorite, thorianite e altri. Le pegmatiti sono inoltre importanti per il loro contenuto di minerali usabili come gemme, tra cui berillo (acqua marina e smeraldo), topazio, corindone (rubino e zaffiro), tormalina ecc. I g. idrotermali si originano quando i convogli mineralizzanti provenienti dal magma si trovano a temperatura inferiore a quella critica dell’acqua (374 °C) e constano quindi di soluzioni acquose. Anche in questo caso possono originarsi g. filoniani, g. di impregnazione e g. metasomatici, che in relazione a temperatura, pressione e zona di origine, in rapporto alla maggiore o minore distanza dalla massa magmatica, possono dar luogo a particolari associazioni mineralogiche. Fra i numerosi tipi di g. idrotermali si ricordano: i g. piritoso-arsenicali con oro, rame e zinco; i g. piritosi e cupriferi; i g. piombo-zinco-argentiferi; i g. a cobalto, nichel, argento, bismuto e uranio; i g. a stagno, zinco, argento; i g. di ematite, baritina, siderite, fluorite ecc.

I g. vulcanici sono connessi ai magmi che solidificano alla superficie terrestre sia in condizioni subaeree che sottomarine. I più importanti sono di cinabro, di antimonio, quarzoso-auriferi, argentiferi e di pirite.

G. sedimentari

Si formano per fenomeni di alterazione di rocce, per trasporto di materiale sotto forma di detriti o di soluzioni, per sedimentazione degli stessi materiali, per il contributo di organismi viventi. Essi vengono suddivisi in quattro gruppi fondamentali: g. di alterazione chimica, g. clastici, g. di origine chimica, g. organogeni. I g. di alterazione chimica comprendono alcuni adunamenti di rocce caoliniche, quelli di laterite di bauxiti, i g. di oro, argento, rame nativo, solfuri ecc., che fanno parte della zona di cementazione o di arricchimento di g. preesistenti. I g. clastici, o detritici, sono costituiti dai minerali utili i quali, trasportati da correnti in sospensione o per rotolamento, si sono poi depositati insieme a detriti vari (placers). Comprendono le alluvioni aurifere, le alluvioni platinifere, le alluvioni stannifere a cassiterite, ferrifere a magnetite, quelle a monazite, quelle diamantifere ecc. I g. di origine chimica si sono formati per deposizione dalle acque in seguito a evaporazione del solvente o per reazioni che avvengono nelle acque stesse. Si dicono biochimici quando le relative reazioni sono prodotte da organismi. I g. di origine chimica comprendono quelli salini a salgemma e sali potassici, magnesiferi ecc., originatisi per evaporazione di acque marine, e quelli a soda o borato generatisi per evaporazione di laghi salati. G. biochimici sono probabilmente i g. di zolfo e alcuni g. ferriferi. I g. organogeni derivano da accumulo e decomposizione di resti organici in qualsiasi ambiente. Tra questi si ricordano i g. di carbone fossile, di petrolio, di bitume, di idrocarburi gassosi (metano) e inoltre quelli di tripoli e di farina fossile; organogeni e biochimici sono infine i g. fosfatici più diffusi.

G. metamorfici

Comprendono tutti quei corpi geologici di origine eruttiva o sedimentaria che, per successivi processi metamorfici, sono stati trasformati più o meno profondamente, in modo da costituire depositi di minerali suscettibili di coltivazione. Vengono distinti in due tipi principali in relazione al tipo di metamorfismo (➔): g. connessi con metamorfismo di contatto, che si formano ai bordi dei plutoni, nelle zone di contatto tra magma e roccia incassante; g. connessi con metamorfismo regionale, in cui la formazione di particolari associazioni mineralogiche è funzione della profondità e quindi delle pressioni e temperature che hanno agito durante il processo metamorfico. Essi comprendono i marmi saccaroidi, originati da calcari, i banchi grafitosi inglobati in scisti cristallini di molte località alpine, le lenti di talco, di amianto, di serpentino, ecc., connesse a rocce scistose di vario tipo.

Vedi anche
salgemma Minerale (detto anche halite e sale di miniera), generalmente incolore oppure variamente colorato in rosso, violetto, nero ecc., per impurità varie, con lucentezza vitrea; è cloruro di sodio, NaCl, monometrico. Si presenta ordinariamente in cristalli cubici, più raramente in ottaedri ecc., spesso in ... scheelite Minerale, wolframato di calcio, CaWO4, tetragonale, con colore molto variabile dal verde al grigio, al giallastro, al bruno e all’arancio vivo. Si rinviene in filoni di origine pneumatolitica-idrotermale, ma più spesso forma dei giacimenti metasomatici di contatto entro rocce calcaree, associato a wolframite, ... cinabro Minerale, di colore rosso vermiglio se puro, con lucentezza adamantina, costituito da solfuro di mercurio, HgS, trigonale. Raro in cristalli e in masse granulari, più comune allo stato di fine suddivisione in rocce di natura diversa. È il principale minerale di mercurio. Ha importanti miniere nel Monte ... talco Minerale incolore, biancastro, bruno o verdognolo; è fillosilicato di magnesio, Mg3(OH)2Si4O10, monoclino. Si rinviene in lamine flessibili e facilmente sfaldabili, a contorno pseudoesagonale, riunite in aggregati scagliosi, a rosetta o compatti, untuosi al tatto. Ha densità pari a 2,7 g/cm3 e durezza ...
Categorie
  • MINERALOGIA in Geologia
Tag
  • CROSTA TERRESTRE
  • EVAPORAZIONE
  • CASSITERITE
  • MOLIBDENITE
  • IDROCARBURI
Altri risultati per giacimento
  • giacimento
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    giaciménto [Der. di giacere, dal lat. iacere] [GFS] Nella geologia, accumulo di minerali (solidi o liquidi) e di gas nell'interno della crosta terrestre: g. minerario (cioè di minerali), metanifero, petrolifero, ecc.
Vocabolario
giacimento
giacimento giaciménto s. m. [der. di giacere]. – 1. ant. L’atto e il modo di giacere. 2. In paletnologia, luogo dove sono state trovate testimonianze di vita umana in epoca preistorica. 3. Con sign. concr., in geologia, petrografia e mineralogia,...
giacére
giacere giacére v. intr. [lat. iacēre] (pres. indic. giàccio, giaci, giace, giacciamo, giacéte, giàcciono; pres. cong. giàccia, ... giacciamo, giacciate, giàcciano; pass. rem. giàcqui, giacésti, ecc.; part. pass. giaciuto; aus. essere)....
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