Africa equatoriale francese (AEF)
(AEF) Denominazione ufficiale del possedimento francese in Africa fino al 1958, comprendente i quattro territori del Gabon, del Medio Congo, dell’Ubanghi Sciari e del Ciad; capitale Brazzaville. L’AEF si affacciava sull’Atlantico tra il Rio Muni (spagnolo) e Cabinda (portoghese) e nell’interno si estendeva fino alla linea Congo-Ubanghi, confinando col Sudan anglo-egiziano, la Libia, l’Africa occid. francese e la Nigeria. Il primo stanziamento francese sull’estuario del Gabon risale al 1839, ma l’espansione nell’interno si deve all’esploratore italiano Pietro Savorgnan di Brazzà, che aprì alla conoscenza vaste regioni. La penetrazione a N del 10° lat. è molto più tarda: dopo forte resistenza furono sottomessi il Kanem e l’Uadai nel 1903, il Borku nel 1913-14, il Tibesti nel 1916. L’AEF era retta da un governatore generale che aveva sede a Brazzaville. Nell’ott. 1946 furono create delle assemblee rappresentative territoriali (Conseils représentatifs) e nell’ag. 1947 un Grand conseil (di 20 membri). Approvata (referendum del 28 sett. 1958) la nuova costituzione, i quattro territori optarono per l’autonomia nel quadro della Comunità francese; successivamente, rotti i legami con questa, i quattro territori conseguirono (11 agosto 1960) la piena indipendenza e il 20 sett. 1960 furono ammessi all’ONU; essi hanno assunto la denominazione di: République Centrafricaine (ex Ubanghi Sciari); République du Tchad (ex Ciad) e République populaire du Congo (ex Medio Congo); République Gabonaise (ex Gabon) (➔ Centrafricana, Repubblica; Ciad; Congo, Repubblica del; Gabon). I nuovi Stati perseguirono una politica di stretta intesa sul piano economico e politico: costituzione (17 maggio 1960) dell’Unione delle Repubbliche dell’Africa centrale cui fece seguito la più ampia Unione africano-malgascia, costituita nel settembre 1961 alla conferenza di Antananarivo e dal 1966 denominata Organizzazione comune africana e malgascia. Dal 1963 sono membri dell’Organizzazione dell’unità africana (OUA).