Parte del discorso, che esprime gli attributi di qualità, quantità ecc. della persona o della cosa indicata dal sostantivo a cui è riferito. L’a. è passibile di determinazione morfologica o sintattica comparativa. Nelle lingue indoeuropee, di norma, si accorda con il sostantivo a cui si riferisce in genere, numero e caso.
Nella grammatica italiana gli aggettivi si distinguono comunemente in qualificativi (che formano la parte numericamente più ricca) e indicativi; gli indicativi a loro volta comprendono i possessivi, i dimostrativi, gli indefiniti, gli interrogativi e i numerali. Nella declinazione, che è analoga a quella del sostantivo, gli a. qualificativi presentano due paradigmi: 1) sing. m. -o, f. -a; plur. m. -i, f. -e; 2) sing. m. e f. -e; plur. m. e f. -i. Fanno eccezione gli a. pari, dispari e impari, invariabili per tutti i generi e numeri. Gli a. composti si comportano come se fossero semplici, modificando solo la terminazione del secondo componente (fiori variopinti). Sono invariabili gli a. composti di preposizione e avverbio (dabbene, dappoco) o di preposizione e sostantivo (anticarro), alcuni a. denotanti colore coincindenti con sostantivi (rosa, viola ecc.), o quando sono uniti in coppie tali che il secondo termine limita il sign. del primo (camicetta bianco avorio). Come il sostantivo, anche l’a. può avere forme alterate (➔ alterazione). L’a. qualificativo può assumere la funzione di sostantivo, e in tal caso normalmente è determinato dall’articolo. È da rilevare anche l’uso dell’a. in funzione di avverbio, e la formazione di locuzioni avverbiali con a. sostantivati preceduti dalla preposizione.