Parte invariabile del discorso che serve a precisare la funzione sintattica di un nome, pronome o espressione nominale, cui generalmente è premessa. Le p. si distinguono generalmente in proprie (per es., in italiano, di, a, da, in, con, per, su, tra, fra) e improprie (sopra, sotto, davanti, dopo, dietro, senza, lungo ecc.); le prime non hanno accento proprio ma sono proclitiche, non possono essere usate isolate, e possono essere articolate; le improprie possono essere anche usate, come avverbi, isolate (va’ avanti: io verrò dopo), hanno accentazione piena e non ammettono le forme articolate. Si dicono p. articolate le parole risultanti dalla fusione di una p. semplice (a, da, di [de], in [ne], su) con le forme dell’articolo determinativo: al, allo, alla, ai, agli, alle; dai, dallo ecc.; del, dello ecc.; nel, nello ecc. Possono avere forma analitica (con i, con il, per il, per la ecc.) o sintetica (coi, col ecc.). Le p. articolate del, dello ecc. si usano spesso, specialmente nel linguaggio parlato, con il valore di articoli partitivi: bevve del vino; portò del pane.