Particella grammaticale che si premette al sostantivo o a parti del discorso sostantivate, per identificarlo come essere od oggetto individuato ( a. determinativo o definito) o come essere od oggetto non individuato ( a. indeterminativo o indefinito).
Nelle varie lingue europee moderne gli a. nascono, come in greco, da antichi pronomi anaforici, o dittici svuotati dell’antica funzione pronominale: nella generalità delle lingue romanze, l’a. è un allotropo proclitico del pronome dimostrativo ille, illa, illud; da un antico pronome dimostrativo derivano anche il tedesco der, die, das e l’inglese the. Nelle lingue romanze e germaniche la forma dell’a. indeterminativo deriva da quella del nome del numero uno.
In italiano, le forme dell’a. determinativo sono: il e lo, per il sing. masch., la per il sing. femm., i e gli per il plur. masch., le per il plur. femm. Le coppie il-i, lo-gli hanno identico valore morfologico e la ripartizione è determinata dal contesto fonetico. Come regola generale, lo, gli si usano nelle combinazioni in cui l’articolo fa sillaba con l’inizio della parola seguente: a) davanti a vocale e a semiconsonante (di norma, con elisione della vocale dell’articolo, per l’ in ogni posizione, per gl’ solo davanti a i-); b) davanti alle consonanti gl(i), gn, sc(i), z; c) davanti a un gruppo consonantico che si scinda sillabicamente (qualsiasi gruppo diverso da quelli formati dalle consonanti f, p, t, c, v, b, d, g seguite da l o r); con qualche parola che comincia con pn- e ps-; d) nel plur. gli dei. Inoltre si usa lo nelle locuz. per lo più, per lo meno. Si usano il e i in tutti i casi non enumerati, e cioè: a) davanti a consonante semplice; b) davanti a gruppo costituito da una fricativa labiale o un’esplosiva più una liquida (f, p, t, c, v, b, d, g seguite da l oppure da r). Non mancano oscillazioni e incertezze, soprattutto davanti a i- semiconsonante (l’iodio, lo iodio, il iodio), davanti a gruppi consonantici poco comuni nella lingua italiana (lo pneumatico, il pneumatico), davanti a consonanti iniziali di voci straniere, estranee al sistema fonologico dell’italiano (il Heine, lo Heine, l’Heine). Il femm. la si elide quasi sempre davanti a vocale; meno comune è l’elisione di le. L’a. determinativo si fonde inoltre con alcune preposizioni dando luogo a preposizioni articolate.
Le forme dell’a. indeterminativo, che ha solamente il singolare, sono per il maschile, un e uno, che davanti a consonante si usano negli stessi casi di il e di lo rispettivamente, mentre davanti a vocale si usa un, sempre senz’apostrofo; per il femminile una, che davanti a vocale di regola viene elisa.
Ciascuno degli elementi di cui è composto un organo vistosamente segmentato, per es. un lomento.
A. di fede Formulazioni essenziali che sintetizzano una dottrina religiosa. Sono stati soprattutto i Riformati ad avvertirne la necessità, per l’esigenza di distinguere nettamente, tra le dottrine professate dalla Chiesa cattolica, quelle che essi ritenevano sicuramente fondate sulla Scrittura. Perciò vanno sotto questo nome varie formule di fede, come gli a. di Smalcalda, i 39 a. anglicani e gli a. di Lambeth. Inoltre tra i Riformati si è affermata (a opera specialmente di G. Cassander e di P. Jurieu) la distinzione tra a. fondamentali e non fondamentali: cioè tra le verità essenziali su cui vi è accordo tra le varie confessioni e sette, mantenendo così l’unità essenziale della Chiesa di Cristo, e altri punti di dottrina, l’adesione ai quali è libera.
A. di Praga Principi comuni a tutti i seguaci di J. Hus, definiti in numero di 4 nel sinodo di Praga del 1417 e solennemente promulgati nel 1420: 1. libera predicazione della parola di Dio; 2. comunione amministrata sotto le due specie del pane e del vino (utraquismo); 3. abolizione delle grandi proprietà ecclesiastiche; 4. punizione di tutti gli atti contrari alla legge divina.
A. organici Complemento al concordato del 16 luglio 1801 con la Santa Sede, pubblicato nel 1802 da Napoleone I, per vincere l’opposizione del papa a un controllo governativo sulla gerarchia cattolica in Francia e salvare le libertà gallicane. Non furono riconosciuti dalla Santa Sede.