Nome di vari personaggi dell'antichità cristiana: 1. Vescovo di Berea, successo a Melezio quando questi passò ad Antiochia; cercò nel concilio del 363 di rappacificare i seguaci di Melezio e quelli di Eustazio. 2. Patriarca di Costantinopoli dal 449 (m. 458), venerato dai Bizantini come santo (3 luglio). Prete ad Alessandria, rappresentò a Costantinopoli il patriarca monofisita Dioscoro, da cui fu consacrato. Ciò suscitò i sospetti del papa s. Leone Magno, ma A. sottoscrisse in un concilio di Costantinopoli il "Tomo a Flaviano" di Leone, e nel concilio di Calcedonia approvò (ma per ragioni disciplinari) la deposizione di Dioscoro. Dopo qualche incertezza, fece parte della commissione che redasse la formula di fede, adoperandosi poi per farla accettare e condannando Timoteo Eluro. La sua accettazione e la difesa del canone 28 di Calcedonia, che assicurava al patriarcato di Costantinopoli, in quanto capitale, la preminenza su tutto l'Oriente, lo misero però in urto col papa, che gl'impose anche di reintegrare l'arcidiacono Aezio, da A. allontanato e sostituito con l'eutichiano Andrea, e gli rimproverò il favore mostrato ad altri monofisiti. 3. Vescovo di Laodicea (seconda metà del sec. 3º), dapprima prete ad Alessandria, noto per la cultura filosofica e matematica; dopo una rivolta (probabilmente 264), fu trattenuto a Laodicea come successore del vescovo Eusebio, suo antico compagno. Eusebio di Cesarea ricorda di lui 10 libri di aritmetica (di cui ci sono pervenuti alcuni frammenti) e un'opera sulla Pasqua della quale potrebbe essere un rimaneggiamento, tradotto, il Liber Anatolii de ratione paschali.