Nome generico di sostanze odorose e spesso di sapore gradevole, usate come profumi o per condimento, come le spezie. Gli a. sono naturali o artificiali: i primi preesistono nelle sostanze aromatiche o se ne sviluppano con la cottura (carne) o con la torrefazione (caffè) o per reazioni chimiche che avvengono spontaneamente (vini stagionati); la maggior parte sono di origine vegetale, pochi di origine animale come per es. l’ambra grigia. Gli a. artificiali sono prodotti dall’industria chimica su larga scala (vanillina, canfora, acido benzoico ecc.).
L’ a. del vino, detto anche con parola francese bouquet, è dovuto a eteri che si sviluppano durante la conservazione del vino ed è una caratteristica di molti vini pregiati; non va confuso con l’a. che emana dai vini recenti e poi si attenua fino a scomparire.
Piante aromatiche Piante, appartenenti a numerose famiglie, contenenti, in tasche lisigene, peli ghiandolari o altri organi, sostanze volatili, spesso di odore gradevole. Molte hanno importanza per le loro applicazioni in medicina, in profumeria, pasticceria, enologia, nonché in culinaria come correttivi del sapore o come stimolanti. Le più utilizzate per ricavarne droghe aromatiche sono: Miristicacee (noce moscata); Lauracee (canfora, cannella, alloro); Rutacee (arancio, limone, arancio amaro, bergamotto, cedro, ruta); Mirtacee (mirto, eugenia o chiodi di garofano, eucalipto); Apiacee (coriandolo, cumino, carvi, anice, finocchio, levistico, arcangelica, sedano, prezzemolo); Lamiacee (lavanda, salvia, sclarea, melissa, timo, origano, maggiorana, rosmarino, santoreggia, issopo, basilico, menta); Asteracee (camomilla, artemisia). Prediligono i luoghi secchi e assolati, generalmente rifuggono il freddo. Vengono coltivate più o meno estesamente.
Acque aromatiche Acque contenenti principi volatili aromatici delle piante, ottenute per distillazione (➔ idrolato).