Il frutto secco, indeiscente, che deriva da un ovario pluricarpellare sincarpico, nel quale si sviluppa un solo ovulo per aborto di tutti gli altri, come nel caso della nocciola.
In particolare, il frutto dell’albero Iuglans regia (fig. 1) della famiglia Iuglandacee e l’albero stesso.
Il n. ha un grosso tronco cenerino e chioma ampia; le foglie sono imparipennate e i fiori monoici con ovario infero. Il frutto è una drupa, globosa, con parte esterna (mallo) di color verde chiaro, nerastra a maturità, e nocciolo (guscio) bivalve contenente un seme commestibile (gheriglio) con grossi cotiledoni. È spontaneo in Asia Minore, Anatolia e Penisola Balcanica. In Italia si coltiva in collina e nel piano submontano, fino a 1400 m s.l.m. Si moltiplica per seme; le piantine di 2-3 anni si trapiantano in terreni piuttosto sciolti, di solito lungo le strade, i confini dei campi e i corsi d’acqua: vive anche più di un secolo.
Le n. si raccolgono in autunno, con la bacchiatura; dopo la caduta del pericarpo i gusci legnosi (endocarpo) possono essere sbiancati con anidride solforosa. Le drupe si raccolgono anche immature, prima che sia iniziata la lignificazione dell’endocarpo, e si mettono in infusione in alcol per preparare l’essenza per i nocini, liquori amarognoli digestivi. Il mallo, ricco di tannino, serve, oltre che per la preparazione del nocino, per tinture e, come infuso, per il lavaggio dei tessuti neri di lana.
Dal n. si ricava un bel legno venato, compatto, duro, di densità dell’ordine di 0,7 t/m3, elastico, poco resistente agli insetti e agli agenti atmosferici; si presta bene alla lavorazione e alla tornitura ed è molto usato nella costruzione di mobili e per impiallacciature, talvolta anche per pavimenti di lusso.
N. americano Nome comune di diverse specie di Carya, alberi della famiglia Iuglandacee, dell’America Settentrionale, il cui legno somiglia a quello del n. comune e ha gli stessi usi.
N. di Bankul (o delle Molucche) Nome comune di varie specie del genere Aleurites, alberi della famiglia Euforbiacee, dell’Australia, Filippine, Molucche ecc.; forniscono un olio industriale (per vernici, inchiostri ecc.).
N. moscata Albero della famiglia Miristicacee (Myristica fragrans; fig. 2), originario delle Molucche, coltivato in molti paesi tropicali. Il frutto è carnoso, ma si apre a maturità, e contiene un solo seme (detto anch’esso n.) coperto in parte da un arillo rosso, laciniato, detto macis. Il seme, ovoidale, di 2,5 cm di diametro, grigio (si imbianca con calce per preservarlo dagli attacchi degli insetti), è compatto e costituito dall’albume; l’embrione è molto piccolo. Ha odore aromatico e forte, sapore caldo e piccante. Il seme e il macis, anch’esso un’essenza, servono per condimento; come stimolanti aromatici entrano nella composizione di svariati medicamenti.
Il burro di n. moscata è costituito dal grasso contenuto nelle n., circa il 40%; si ottiene per spremitura a caldo dalla farina di n. moscata. È una massa consistente, di colore giallognolo, costituita da gliceridi dell’acido miristico, e anche oleico e palmitico; contiene un olio essenziale; è usato in farmacia e in profumeria.
L’olio essenziale di n. moscata è un liquido giallognolo contenuto nelle n. in ragione mediamente del 5-10%, che ha l’odore caratteristico della n. moscata; contiene idrocarburi terpenici (canfene, pinene, dipentene ecc.), oltre ad alcoli (linalolo, borneolo ecc.) e acidi (miristico ecc.); si usa per aromatizzare dolci, liquori, profumare saponi ecc.
N. nero Albero (Iuglans nigra) dell’America Settentrionale, che fornisce un legname più scuro e più pregiato di quello del n. comune.
N. vomica Albero (Strychnos nux-vomica) della famiglia Loganiacee, originario dell’India, i cui frutti, simili esternamente a un’arancia, grossi 3-5 cm, contengono 5-8 semi, rotondi, appiattiti, larghi 2-3 cm, peloso-sericei e contenenti nel copioso albume, corneo, amarissimo, stricnina e brucina. Tali semi, seccati, sono utilizzati per ottenere preparazioni farmaceutiche (estratto idro-alcolico, estratto fluido, tintura) usate come eupeptici e tonici nervini.
N. del Brasile (o del Pará) Frutto di Bertholletia excelsa e di Bertholletia nobilis, alberi della famiglia Lecitidacee, del Brasile; il frutto, capsulare, contiene numerosi semi, lunghi 3,5 cm, che si mangiano crudi o cotti e servono anche per l’estrazione di un olio commestibile (se estratto da semi freschi), usato a volte come lubrificante e per la fabbricazione di saponi.
N. di cola (o di guru) Seme di due specie di Cola, usato in medicina.
N. di pecan Frutto di varie specie di Carya, con gheriglio abbondante e gustoso.
N. metella Nome italiano di Datura metel e dei suoi frutti: pianta delle Solanacee coltivata nei giardini, con fiori bianchi, profumati e frutti globosi.
Per la n. di cocco ➔ cocco.