Palma tropicale (Cocos nucifera; v. fig.), alta sino a 40 m, con foglie lunghe 3-4 m, pennate, spadici ramosi, con un solo fiore femminile, alla base dei rami, che portano più numerosi fiori maschili. Il frutto, detto noce di c., è ovoide, lungo 20-30 cm ed è in media di 1,5 kg, consta di un pericarpo assai spesso, distinto in epicarpo sottile, mesocarpo fittamente fibroso, ed endocarpo osseo (noce propriamente detta) avente tre fiori germinativi basali di cui due obliterati; contiene un solo seme voluminoso, di caratteristica conformazione: l’albume consta di una parte esterna solida, la polpa di c., che ha 1-2 cm di spessore e delimita una cavità piena di un liquido zuccherino, il latte di c.; l’embrione è piccolo, posto in vicinanza al foro germinativo pervio. Data la quantità dell’albume, la piantina germinata se ne nutre per diversi anni. Il c. è diffuso, specie presso il mare, in tutte le regioni tropicali e probabilmente è di origine asiatica.
Il tronco si utilizza come legname; le foglie per vari usi; i giovani germogli sono consumati come ortaggi (cavoli di palma); il succo che sgorga dagli spadici recisi serve alla preparazione di una sorta di vino; le fibre del frutto, assai resistenti, vengono filate e tessute. Dalla polpa (contenente il 50-70% di olio) fresca o seccata (copra) si ricava per pressione l’ olio di c., massa semisolida di color bianco o giallo, costituito da una miscela di gliceridi; l’olio migliore, raffinato, ha uso alimentare, l’altro ha impiego nell’industria dei cosmetici, dei saponi, prodotti farmaceutici ecc. Per macerazione del guscio, dalle noci di c. si ricava anche una fibra vegetale, usata in marina nella fabbricazione di cavi molto robusti e resistenti all’azione dell’acqua di mare.