Strumento musicale costituito da una serie di corde d’ineguale lunghezza, tese secondo una regolare intonazione fra una cassa di risonanza e una mensola, e che vengono toccate a vuoto col pizzico delle dita o, eccezionalmente, per mezzo di un plettro.
La diffusione dell’a. fu maggiore tra i popoli orientali che non tra i Greci e i Romani, che preferirono la lira e la cetra. In Italia si diffuse principalmente dal Rinascimento al Barocco, entrando tra l’altro nelle orchestre melodrammatiche e avendo celebri virtuosi: tra questi, G.B. Giacomelli costruì nella seconda metà del 16° sec. un’a. doppia, provvista di scala cromatica. In seguito si pensò invece di modificare l’intonazione stessa delle corde, prima mediante uncinetti a mano (1660), poi mediante pedali (1720). Quest’ultimo sistema, perfezionato da molti costruttori, è ancora oggi in uso, resistendo alla concorrenza della cosiddetta a. cromatica (inventata da G. Lyon della Casa Pleyel), basata sul principio dell’intonazione fissa di ogni corda per ogni suono della serie cromatica.