Malattia delle articolazioni di natura degenerativa, che compare in età adulta o, nei soggetti giovani, a seguito di un trauma che determini incongruità dei rapporti articolari dell’articolazione interessata. Interessa prevalentemente i polsi, le ginocchia, le anche, spesso in modo simmetrico, e la colonna vertebrale. L’origine è il processo di fissurazione e di sfibrillamento prima superficiale e poi profondo, con denudamento del sottostante tessuto osseo, che si determina a livello delle articolazioni con l’invecchiamento, quando si ha una perdita del contenuto acquoso della matrice cartilaginea e la sintesi di un diverso tipo di collagene dotato di minor resistenza ed elasticità.
Il processo degenerativo coinvolge tutta l’articolazione, la cartilagine articolare, l’osso subcondrale, i menischi, la capsula articolare e la sinovia (fig.). La sintomatologia consiste nella comparsa di dolore esacerbato dall’attività fisica e migliorato dal riposo, crepitii ossei, rigidità mattutina, limitazioni funzionali, spesso deformazione articolare. Il quadro radiologico mostra decalcificazione e appiattimento dei capi articolari, riduzione in ampiezza dell’interlinea articolare, formazione di osteofiti marginali (che nella colonna vertebrale possono fondersi con gli osteofiti della vertebra contigua). La terapia è volta alla risoluzione del dolore, al trattamento delle complicanze (sindromi da intrappolamento) e dell’impotenza funzionale. Il trattamento si avvale di analgesici, antinfiammatori, infiltrazioni locali di steroidi e acido ialuronico, terapia fisica e termale. La terapia chirurgica viene riservata ai casi più gravi. Nelle forme destruenti si ricorre a farmaci immunosoppresivi.
Entità cliniche che rientrano nell’a. pur avendo assunto identità nosologica distinta sono l’a. gottosa, le artropatie da cristalli, l’a. tabetica, l’a. emofilica (dovuta ai continui stravasi ematici intravascolari).