Involucro mucoso, strettamente associato alla parete cellulare, presente nella maggior parte dei batteri. A causa della natura gelatinosa della c., i batteri capsulati formano su terreni solidi contenenti agar colonie umide e lucide, mentre quelli non capsulati formano colonie tipicamente rugose. Le c. batteriche sono costituite da polisaccaridi contenenti uno o più tipi di zuccheri, quali glucosio, galattosio, mannosio, ribosio, fucosio e loro derivati. Nella c. sono anche presenti polipeptidi costituiti da uno o due tipi di amminoacidi ripetuti più volte; questi amminoacidi si trovano nella insolita configurazione D invece che nella configurazione L, tipica di tutti gli amminoacidi presenti nelle proteine degli organismi viventi. La c., pur non essendo necessaria alla sopravvivenza, protegge i batteri da condizioni ambientali avverse e influenza la loro patogenicità: per es., Streptococcus pneumoniae, responsabile della polmonite batterica, causa la malattia solo se dotato di c., presumibilmente perché le cellule immunocompetenti responsabili della cattura e della distruzione dei batteri invasori sono inefficaci contro le forme capsulate. Altri esempi di batteri con c. responsabili di gravi malattie sono Bacillus anthracis e Clostridium perfringens.
Frutto secco, deiscente, uni- o pluriloculare, che deriva da 2 o più carpelli e contiene di norma più semi. Ha deiscenza varia: loculicida (giglio), setticida (campanula), settifraga (stramonio), poricida (papavero), valvicida (garofano), opercolare (giusquiamo).
Nelle Briofite, la c. è la parte terminale, fertile, dello sporofito, nella quale si originano le spore e che si apre per mezzo di molte valve o di un coperchio.
In anatomia, genericamente, involucro di tessuto connettivo che avvolge alcuni organi parenchimatosi (c. epatica, renale, splenica).
C. adiposa del rene Il grasso che circonda il rene, nella loggia renale. È detto anche corpo adiposo pararenale di O. Zuckerkandl. Assolve a una funzione essenzialmente di sostegno e di protezione contro i traumi.
C. articolare Manicotto fibroso che avvolge le articolazioni, inserendosi con i suoi margini alle ossa lungo le superfici articolari. È costituita esternamente da uno strato fibroso denso rinforzato dai legamenti periarticolari e internamente da uno strato fibrillare, lasso, cui aderisce la membrana sinoviale dell’articolazione. È diversamente sviluppata a seconda dei vari tipi di articolazione: particolarmente robusta è quella dell’anca, che si inserisce attorno all’acetabolo con uno spesso cercine fibro-cartilagineo; capsulorrafia è l’intervento praticato sulla c. articolare abnormemente distesa o ingrandita (per versanento articolare o per lussazione recidivante), allo scopo di ridurne l’ampiezza; si esegue incidendo la c. e suturandone i lembi sovrapposti, oppure sollevandola in una plica che viene ribattuta e fissata con punti ( capsuloplicatio); capsulostomia è l’incisione, in caso di idrartro cronico non infettivo, della c. articolare e la sutura dei margini di questa a un ventre muscolare adiacente, per drenare il liquido attraverso gli spazi linfatici muscolari.
C. interna Negli emisferi cerebrali, lamina di sostanza bianca interposta tra il nucleo lenticolare da una parte e il nucleo caudato e il talamo dall’altra. È così denominata perché ricopre dal lato interno il nucleo lenticolare, così come un’altra lamina ( c. esterna) lo riveste all’esterno. La c. interna è grossolanamente paragonata a una V; il punto d’incontro delle due branche è detto ginocchio della capsula. È costituita di fibre di moto e di senso che uniscono la corteccia ai livelli sottostanti del neurasse. La lesione della c. interna è causa di emiplegia nel lato opposto del corpo.
C. di Tenone Membrana connettivale che ricopre la porzione sclerale dell’occhio, modellandosi esattamente sopra di esso.
Per la c. surrenale ➔ surrene.
Si definisce c. spaziale il veicolo spaziale, costituente l’ogiva del missile vettore; ha forma, di solito, troncoconica ed è realizzata con materiali speciali resistenti alle altissime temperature che si producono al rientro nell’atmosfera; contiene all’interno un abitacolo per l’equipaggio e per le varie apparecchiature di guida, di registrazione, di ricetrasmissione.