Nome depositato dell’estere metilico della l-aspartil-l-fenilalanina. Per il notevole potere dolcificante (circa 200 volte più del saccarosio) e per la completa assenza di tossicità, viene utilizzato come dolcificante non calorico (per bevande, in pasticceria ecc.). Per produrlo si fa largo uso delle sintesi enzimatiche utilizzando la termolisina, una proteasi prodotta da Bacillus thermoproteoliticus, che viene immobilizzata in una matrice polimerica.
Il dosaggio giornaliero accettabile di a., definito come la quantità riferita alla massa corporea che può essere consumata senza effetti indesiderati, già fissato a 40 mg/kg dall’Organizzazione mondiale della sanità, è stato aumentato a 50 mg/kg dalla Food and drug administration (1996). All’inizio del 2000 l’uso dell’a. era approvato in più di cento nazioni.
L’a. in soluzione tende a idrolizzarsi perdendo gradualmente il sapore dolce, con conseguenti limitazioni del suo impiego nelle bevande: in conseguenza di ciò, pertanto, è stato dato corso a un’intensa attività di ricerca su composti chimicamente simili all’a., ma dotati di maggiore stabilità in soluzione. Si cerca altresì di produrre composti analoghi all’a. ma privi di fenilalanina che, oltre ad agire sfavorevolmente in individui affetti da fenilchetonuria, sembra capace di provocare problemi neurologici in caso di consumi molto superiori al dosaggio giornaliero accettabile.