Aufklärung Nella Germania della seconda metà del Settecento (in tedesco col significato di «delucidazione, chiarimento») il movimento di idee usualmente chiamato Illuminismo. La fortuna del termine è legata a un dibattito aperto nel 1783 sulla rivista Berlinische Monatschrift, a cui parteciparono tra l’altro Mendelssohn e Kant; il primo definendo l’A. come la parte teoretica di un processo più vasto di formazione (Bildung), il secondo esaltando l’A. come l’uscire dell’uomo dallo stato di minorità per obbedire al motto sapere aude, ossia imparare a servirsi del proprio intelletto senza la guida di altri.
Per comprendere i tratti più specifici dell’A., rispetto a forme più radicali di illuminismo diffusesi in Europa, va ricordata l’influenza esercitata nel Settecento tedesco dalla filosofia di Leibniz. Ma, a differenza della filosofia leibniziana, l’A. si concretò piuttosto in una sorta di ‘filosofia popolare’, tendente a individuare principi facilmente assimilabili e di immediata efficacia per la vita e la felicità terrena dell’uomo. A questo proposito fu particolarmente complesso il rapporto tra l’A. e le diverse sette massoniche nel loro sforzo di rinnovamento politico, morale e religioso, rapporto di cui non mancano testimonianze anche in campo letterario e artistico (basti pensare al Meister di Goethe e al Flauto magico di Mozart).
Riguardo all’efficacia politica dell’A., si può osservare che, a differenza di quanto avvenne in Francia, l’A. non ebbe una vera e propria capitale o centro di diffusione: fiorì presso le singole corti, sensibili spesso alle influenze culturali e confessionali più diverse e opposte. Ma sebbene l’A. non sia sfociato in una rivoluzione analoga a quella francese, non mancò da un lato di promuovere tendenze riformatrici da parte dei principi, e dall’altro di affermare esigenze di carattere borghese-popolare in polemica contro la nobiltà e le corti (per quest’ultimo aspetto, G.E. Lessing con il suo teatro è stato considerato figura emblematica dell’A.). Non va dimenticata, infine, l’efficacia dell’A. in campo pedagogico e scolastico attraverso il ‘filantropismo’ e il suo ideale di una scuola popolare che promuovesse, attraverso la ragione, la formazione di uomini volti, a un tempo, alla ricerca della propria felicità e di una solidarietà universale.