arte Arte c. Insieme di correnti artistiche ispirate al concetto formulato da T. van Doesburg in un manifesto pubblicato sul numero unico della rivista Art Concret (1930); vi si auspicava un tipo di arte astratta in cui gli elementi pittorici non fossero basati su fenomeni naturali e non servissero a fini lirici o simbolici ma fossero forme semplicemente e tecnicamente precise, puramente visuali e completamente autosufficienti. Le idee di van Doesburg furono portate avanti dall’associazione Abstraction-Création (1931-36) e, più tardi, da M. Bill che nel 1944 organizzò a Basilea la prima mostra internazionale di arte c., fondò la rivista Abstrakt/Koncret, e nel 1960 ne allestì a Zurigo un’importante retrospettiva. Tra il 1948 e il 1958 operò in Italia il Movimento per l’Arte C. (MAC), costituito da A. Soldati, B. Munari, G. Dorfles e G. Monnet. Legata al concetto di struttura, cioè al principio di organizzazione cosciente, allo schema organizzativo controllato e controllabile del processo creativo, l’arte c., non limitata alle sole forme geometriche, ha influenzato numerosi movimenti artistici degli anni 1960 e 1970 (hard-edge painting, op art, minimal art ecc.).
Con il termine c., in opposizione ad astratto, si è normalmente indicato, nella storia della filosofia, l’individuale rispetto all’universale, il soggetto in genere, contrapposto alle proprietà che a esso ineriscono o alle relazioni di cui è soggetto, la persona o la cosa, il singolo essere esistente.
Nella filosofia moderna si opera invece un completo capovolgimento: per Hegel infatti il c. designa il concetto, l’universale, l’infinito, mentre per astratto s’intendono i prodotti dell’intelletto astraente, il finito, il singolo, l’individuo. Nel neoidealismo italiano, Croce parla di ‘universale c.’ per indicare il concetto, ma per Gentile il pensiero è concreto. In altre correnti filosofiche, per es. nel positivismo, c. è invece soltanto il fatto.
musica Musica c. Denominazione, poi rimasta nell’uso, con cui il compositore francese P. Schaeffer designò un insieme di suoni e di rumori presi dalla vita reale e combinati secondo un determinato criterio di composizione. Negli esperimenti iniziati da Schaeffer nel 1948 la musica c. veniva registrata su dischi, ma ben presto le maggiori possibilità offerte dalle apparecchiature magnetofoniche portarono alla registrazione dei suoni e rumori su nastri poi variamente manipolati. Il primo pezzo di musica c., risalente al 1948, fu l’Étude aux chemins de fer, in cui Schaeffer utilizzava rumori di treni in manovra alla stazione di Les Batignolles di Parigi. Altro noto lavoro di Schaeffer è la Symphonie pour un homme seul, del 1949, brano in cui attraverso 10 tempi successivi sono riprodotte varie sensazioni auditive percepite da un uomo solo. Pezzi di musica c. sono stati scritti anche da compositori quali O. Messiaen, P. Boulez, P. Henry, E. Varèse, L. Berio. A volte questo tipo di elaborazione sonora è stato utilizzato come musica di fondo per spettacoli teatrali, film, trasmissioni radiofoniche. Gli esperimenti della musica c. sono stati superati da quelli della musica elettronica, nella quale suoni e rumori sono creati direttamente a partire dai loro elementi costitutivi e sono poi registrati e manipolati con strumenti elettronici.