biogeografia
La distribuzione dei viventi sulla superficie terrestre
La distribuzione attuale degli esseri viventi sul nostro pianeta è il risultato della loro capacità di adattamento e dei grandi mutamenti della Terra, come i cambiamenti climatici e la deriva dei continenti. Essa è in definitiva frutto del presente e del passato. La scienza che studia questi fenomeni si chiama biogeografia ed è relativamente recente, ma di grande importanza per capire come si è evoluta e come è oggi distribuita la vita sulla Terra in conseguenza delle modificazioni geologiche e climatiche
La moderna biogeografia nacque grazie all'opera The geographical distribution of animals ("La distribuzione geografica degli animali", pubblicata nel 1876) del naturalista inglese Alfred Russel Wallace. Egli fu il primo a dividere il mondo in regioni biogeografiche, cioè in aree distinte tra loro in base alla loro fauna e flora. In realtà la sua classificazione era sostanzialmente zoogeografica, cioè riguardava più le specie animali che le piante. In tutto il mondo, oltre alle regioni riportate nella cartina qui sotto, si osservano ampie fasce di mescolamento, in cui vivono animali tanto di una regione quanto di quella confinante, dette zone di transizione. Una di queste, quella che divide la regione orientale dalla australasiatica, fu individuata già da Wallace e prende il nome, appunto, di linea di Wallace o wallacea. Un'altra è la fascia desertica che va dalle Isole di Capo Verde all'India; una terza corrisponde all'incirca al Messico.
È costituita dall'unione delle regioni paleartica e neartica, corrispondenti rispettivamente all'Eurasia e all'America Settentrionale. Originariamente, Eurasia e America Settentrionale erano unite in un unico continente chiamato Laurasia. La formazione dell'Atlantico settentrionale separò completamente i due continenti, che però tornarono in contatto più volte durante i periodi glaciali, tra 3 e 1,5 milioni di anni fa, quando il livello degli oceani era così basso che quello che oggi è lo Stretto di Bering era un ponte di terraferma. Molti animali, e anche l'uomo, utilizzarono questa via per passare dall' Eurasia in America Settentrionale e viceversa. Questo spiega la grande somiglianza tra la fauna dell'America Settentrionale e quella dell'Eurasia in cui ‒ tra i tanti animali ‒ cervi, bovini, orsi, martore e faine sono particolarmente simili. Oltre a questi, è importante sottolineare la presenza nella regione neartica di un marsupiale, l'opossum (Didelphis virginiana), che ha colonizzato la regione attraverso l'Istmo di Panama provenendo dalle terre del Sud.
È la regione che Wallace chiamò etiopica. Un tempo l'Africa era una parte di un supercontinente chiamato Gondwana che comprendeva gli attuali continenti dell'emisfero meridionale. Quando il Gondwana iniziò a frammentarsi, gli animali rimasero sulle diverse zolle in cui già si trovavano in quel momento, evolvendo indipendentemente da comuni progenitori e dando origine a quella che oggi è detta fauna gondwaniana. Così, specie simili come struzzi, emù e nandù vivono in continenti oggi molto distanti quali, rispettivamente, l'Africa, l'Australia e l'America Meridionale.
Molti Mammiferi africani colonizzarono poi l'Europa e l'Asia; tra questi, un animale bipede e molto intelligente: l'uomo. In Madagascar, che si staccò dal continente africano 70 milioni di anni fa prima che le scimmie moderne e i grandi Mammiferi potessero arrivarci, hanno avuto un enorme successo evolutivo i lemuri e i camaleonti, che vi si sono trovati senza predatori né competitori. Fossili rinvenuti sulle montagne del Marocco mostrano inoltre che alcuni orsi passarono dall'Europa in Africa settentrionale durante una delle fasi in cui il Mediterraneo era un mare chiuso e lo Stretto di Gibilterra un ponte di terra tra Europa e Africa. Da qui però non riuscirono a spingersi più a sud perché il Sahara rappresentò per loro una barriera invalicabile, finendo per estinguersi.
Comprende l'India, l'Indocina e l'Indonesia. La regione è ricca di animali ma povera di endemismi, cioè di specie esclusive dell'area, ed è piuttosto una mescolanza di elementi asiatici, africani e australiani. A Celebes (una delle Grandi Isole della Sonda, in Indonesia), per esempio, si trovano marsupiali parenti dei koala e dei vombati australiani, mentre testimoni delle somiglianze con la fauna africana sono, tra gli altri, il leopardo (Panthera pardus) e il leone asiatico (Panthera leo persica), oggi sull'orlo dell'estinzione. Un elemento oloartico è invece l'orso malese (Helarctos malayanus), il più piccolo tra gli Ursidi. Nella regione è anche presente il tapiro (Tapyrus indicus): un tempo molto più diffusi, i tapiri scomparvero poi quasi del tutto lasciando solo due specie, una nella regione orientale e l'altra in quella neotropicale.
La fauna di questa regione è rappresentata da Mammiferi unici al mondo come i bradipi, i formichieri e le scimmie platirrine. Mancano i grandi erbivori, con l'eccezione del tapiro e dei Camelidi del genere Lama, la cui presenza in America Meridionale è legata ad antichi eventi di migrazione ed estinzione. Interessante è la presenza del nandù (Rhea americana), avanzo di fauna gondwaniana. Tra i carnivori, l'orso dagli occhiali (Tremarctos ornatus) è un elemento olartico penetrato a sud attraverso l'Istmo di Panama, in senso contrario a quanto fatto dall'opossum.
Comprendente l'Oceania e le isole del Pacifico, la regione ‒ isolata dal resto del mondo per cinquanta milioni di anni ‒ ospita una ricchissima fauna endemica di monotremi ‒ ornitorinco ed echidna ‒ e marsupiali come il canguro, l'opossum, il koala. Così i marsupiali australiani hanno potuto evolvere e diversificarsi, come i Mammiferi con placenta hanno fatto nel resto del mondo. Anche le 73 specie di opossum del l'America Meridionale sono sopravvissute grazie al lungo isolamento di quella regione, prima della formazione dell'Istmo di Panama. Elementi gondwaniani sono invece i casuari e gli emù.
Oggi completamente coperta dai ghiacci, l'Antartide ha avuto in passato climi diversi ed è stata a lungo un corridoio per il passaggio di specie animali e vegetali tra tutti i continenti meridionali. Fu l'ultima regione a separarsi dall'Australia, cinquanta milioni di anni fa. L'Antartide è oggi povera in quanto a fauna e flora a causa delle proibitive condizioni ambientali (temperature che scendono sotto gli 80 °C sotto zero), tuttavia molte specie di pinguini e di foche, insieme all'Anthus antarcticus, un piccolo passeriforme simile alla pispola, sono esclusivi della regione.
La fitogeografia è la parte della biogeografia che si occupa della distribuzione delle piante sulla Terra. Le piante, più che gli animali, dipendono strettamente dal clima. Il gelo e la siccità condizionano fortemente la presenza delle piante, soprattutto per quanto riguarda una loro parte delicata e vitale: la gemma. Per questo motivo (nella tabella sotto) è stata proposta una distinzione delle piante in forme biologiche che differiscono per la posizione delle gemme sulla pianta. In ogni regione fitogeografica prevale una forma, che descrive un tipo climatico. Ci sono: il clima delle emicriptofite, tipico delle zone fredde e temperate; il clima delle terofite, delle zone calde e aride; il clima delle fanerofite, delle zone calde e umide. In base a quanto detto, esistono alcune differenze tra i confini delle regioni zoogeografiche e quelli delle regioni fitogeografiche. Per esempio, vista la totale assenza di piante con fiore in Antartide (a eccezione della graminacea Deschampsia antarctica), la regione antartica, per quanto riguarda la vegetazione, viene estesa alla Nuova Zelanda, alla Patagonia e alle isole vicine.
Forma biologica Descrizione Tipo di pianta Fanerofite piante perenni, grandi, con gemme visibili alberi, arbusti, liane Camefite piante perenni con gemme visibili poste vicino al suolo arbusti bassi come timo o mirtillo Emicriptofite piante perenni con gemme seminascoste al livello del suolo cicoria, margheritina, piantaggine, Graminacee perenni Idrofite piante perenni con gemme protette dall’acqua o poste sotto il fondo ninfea, posidonia Geofite piante perenni con gemme sotterranee contenute in bulbi o rizomi cipolla, aglio, tulipano, iris Terofite piante annuali che non superano la stagione sfavorevole allo stato di gemma, ma di seme grano, orzo, mais