Titolo con cui si sogliono universalmente designare i Rerum vulgarium fragmenta di Francesco Petrarca, cioè la raccolta delle sue rime. Il titolo di Rime sparse, col quale essa appare in molte edizioni, è desunto dal primo verso del sonetto-proemio.
La raccolta, come si legge comunemente, consta di 366 componimenti (317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali), distinti in due parti (263+103) tradizionalmente intitolate "In vita di Madonna Laura" e "In morte di Madonna Laura". La divisione in due parti è sicura; discussa invece la ragione di essa, in quanto le prime rime della seconda parte presuppongono Laura ancor viva. Già prima del 1336 il Petrarca pensava di fare una scelta delle rime da lui composte nel passato, in vista della loro pubblicazione in una raccolta organica; al loro ordinamento attese saltuariamente dal 1342 al 1347. Attraverso vari stadi la raccolta è poi giunta alla forma definitiva, che presuppone la morte di Laura (1348), e che costituisce essenzialmente la storia di un'anima dalla terra a Dio. L'ordinamento ha come base essenziale un criterio cronologico: ma influirono probabilmente su esso anche altri criteri, e soprattutto quello dell'affinità o contrapposizione dei motivi e dei metri.
Il Canzoniere comprende liriche, per lo più d'amore, ma anche politiche, morali e religiose, che vanno dal 1330 circa agli ultimi anni della vita del poeta. Ci restano poi alcune rime che il Petrarca, per varie ragioni, non volle includere nel Canzoniere (le cosiddette extravaganti).