(slovacco, polacco e ucraino Karpaty; romeno Carpaţii) Sistema montuoso dell’Europa centro-orientale che, disegnando un arco di 1300 km con la concavità rivolta a SO e a O, si estende attraverso la Slovacchia, le estremità meridionali della Polonia e dell’Ucraina e un’ampia parte della Romania, da Bratislava, sul Danubio, alle Porte di Ferro, sullo stesso fiume. La contiguità e l’appartenenza di gran parte dei C. al sistema idrografico del Danubio legano strettamente questi due elementi fisici individuando una regione comunemente detta carpatico-danubiana. I C. sono riconducibili in massima parte all’orogenesi alpina e appartengono al lunghissimo allineamento montuoso che, attraverso gran parte dell’Eurasia, va dall’Atlante alle montagne indocinesi. Sono meno compatti degli altri maggiori sistemi montuosi europei e vi si distinguono diversi massicci e catene, riferibili a due sezioni principali: i C. Orientali, o Selvosi, che proseguono con le Alpi Transilvane, e i C. Occidentali, formati dai Beschidi e dai Tatra, nei quali ultimi si raggiunge la massima altezza (2663 m). Dai C. nascono diversi importanti fiumi: dal versante settentrionale la Vistola, che scende verso il Baltico, e il Dnestr che si dirige al Mar Nero; dagli altri versanti vari affluenti di sinistra del Danubio, di cui il maggiore è il Tibisco. Il clima, nettamente continentale, ha marcate escursioni annue e piogge non abbondanti, fuorché nella zona sorgentizia del Tibisco e nelle Alpi Transilvane, dove si superano i 1200 mm annui.
Durante la Prima guerra mondiale (inverno 1914-15), i C. furono teatro di lotte sanguinose fra Austriaci e Russi. I primi tentarono invano di respingere i Russi per liberare Przemyôl; i Russi a loro volta, specialmente dopo la caduta di questo campo trincerato (marzo 1915), cercarono di forzare i passi dei C. per invadere l’Ungheria. I tentativi non riuscirono; gli Austro-Tedeschi attuarono allora con successo l’offensiva di Gorlice (maggio 1915) che segnò l’inizio del crollo russo.