Lente terminata da due superfici emisferiche S1, S2 (v. fig.), cioè da due diottri sferici, aventi il centro in un punto comune C, e raggi scelti, in relazione all’indice di rifrazione del vetro di cui il c. è foggiato, in maniera tale che la loro somma OF=r1+r2 risulti uguale alla distanza focale del diottro costituito da S1. Se la superficie S2 è argentata, un fascio f di raggi paralleli che incida su S1 va a convergere su S2 in F e ivi si riflette dando luogo a un fascio f′ che ritorna per la stessa via verso la sorgente di luce, qualunque sia l’angolo di incidenza. La faccia anulare S non ha alcuna funzione e può, se si vuole, essere coperta o smerigliata.
Una placchetta di vetro su cui, per stampaggio, sono ricavati numerosi c. identici costituisce il dispositivo a luce riflessa, detto anch’esso c., o più comunemente catarifrangente.