Chile
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(X, p. 55; App. I, p. 409; II, i, p. 573; III, i, p. 361; IV, i, p. 420; V, i, p. 593)
Geografia umana ed economica
di Elio Manzi
Popolazione
Negli ultimi tre decenni la popolazione cilena è più che raddoppiata (14.824.000 ab. nel 1998) e l'incremento demografico si prevede rapido anche nei prossimi anni, tanto che la crescita economica non riesce a tenervi dietro. Inoltre, la tendenza a risiedere nelle aree urbane e in particolare nella Valle Centrale sembra anch'essa accentuarsi, e la popolazione urbana è arrivata all'84% del totale. La conurbazione che fa capo a Santiago ospita 4,6 milioni di ab., cioè più del 30% dell'intera popolazione; la conurbazione costiera Valparaíso-Viña del Mar accoglie oltre 600.000 ab., mentre l'altra importante area metropolitana, Concepción-Los Ángeles-Chillán-Talcahuano, posta a sud di quella di Santiago, tra la Valle Centrale e la costa pacifica, ingloba circa un milione di persone. Nella valle centrale tra Santiago e Concepción sono localizzati diversi altri centri urbani di medie dimensioni, che accrescono la concentrazione in questa ristretta area del paese, lungo il principale asse di comunicazione, ferroviario e stradale.
Condizioni economiche
Nel corso degli anni Novanta il governo democratico succeduto alla dittatura di A. Pinochet ha adottato severe misure di austerità, volte soprattutto a scoraggiare le importazioni e a favorire il riequilibrio della bilancia commerciale, e ha tentato altresì un rilancio complessivo dell'economia cilena in grave crisi. I primi risultati positivi si sono registrati già a partire dal 1993, con un tasso di inflazione sceso al 12,7% dal 26% del 1990: tale percentuale è poi ulteriormente diminuita negli anni successivi, fino a raggiungere il 6,1% nel 1997, che rappresenta il livello più basso degli ultimi 37 anni. Anche il tasso di disoccupazione si è progressivamente ridotto, ma la disoccupazione giovanile (15%) rimane un grave problema. È diminuita anche la popolazione in situazione di povertà assoluta (dall'8% del 1994 al 6,5% del 1996), mentre nello stesso periodo la popolazione al di sotto della soglia di povertà è passata dal 28,5% al 25% (contro il 40% del 1990). Nel complesso, nel corso degli anni Novanta il PIL ha registrato un incremento medio dell'8,3% annuo, mentre l'accrescimento demografico, nello stesso periodo, è rimasto intorno al 16‰.
L'estrazione e l'esportazione mineraria continuano a rappresentare il cardine dell'economia cilena, tradizionalmente legata a grandi interessi internazionali, e soprattutto a quelli degli Stati Uniti: in particolare, con oltre 2,5 milioni di t estratte nel 1995, il C. si pone al vertice della graduatoria mondiale dei produttori di rame; anche i nitrati, presenti nell'arida regione settentrionale, alimentano un'industria di trasformazione cospicua, mentre ferro e carbone, pur abbondanti, hanno perduto importanza a causa della crisi della siderurgia mondiale e del conseguente calo della domanda.
Un'altra rilevante attività è la pesca (7,6 milioni di t di pesce sbarcato nel 1995), praticata nelle acque del Pacifico al largo delle lunghissime coste cilene, ma negli ultimi anni la ricorrenza del fenomeno noto come El Niño, che porta correnti marine irregolari e calde, sconvolgendo l'equilibrio tra acque fredde e acque tiepide ricche di plancton, ha reso meno regolari le quantità annuali di pescato. Malgrado ciò il C., insieme al contiguo Perù, lungo la costa pacifica, e alla Cina, situata di fronte sullo stesso oceano, ha contribuito nel 1994 al 37% del pescato mondiale, una quota imponente soprattutto se confrontata con l'impoverimento di altre aree marine per eccessivo sfruttamento (Atlantico e altri mari dipendenti).
La frutticoltura e l'orticoltura delle temperate e irrigue regioni centrali vantano un'ampia gamma di prodotti, fuori stagione per i mercati di esportazione dell'America anglosassone o dell'Europa centro-occidentale, data l'inversione stagionale dell'emisfero australe; lo sviluppo del traffico aereo consente peraltro la spedizione dei prodotti più pregiati, e il settore si presenta in forte espansione (nel 1995 ha contribuito alla formazione dell'8,6% del totale dei proventi delle esportazioni).
L'aumento di popolazione, la maggiore richiesta dei mercati esteri e la stessa perdita di suolo agricolo alle periferie delle città in crescita hanno portato alla necessità di espandere l'irrigazione a scapito dei pascoli; l'estensione della cerealicoltura è cresciuta anche nel Sud, dove prevalgono avena, orzo e segale. Invece la viticoltura, tradizionale nell'area centrale a clima di tipo mediterraneo, risulta stazionaria o in regresso, anche per la concorrenza dell'Argentina e l'espansione di altri produttori americani.
Discreto rimane il patrimonio forestale che, pur mantenendo negli ultimi anni all'incirca la stessa estensione, registra un profondo mutamento qualitativo. Infatti si è venuto diffondendo lo sfruttamento non più e soltanto dei faggi australi e delle conifere dei versanti andini occidentali, ma quello di estese piantagioni di pini di Monterey e di eucalipti, create con l'intento di favorire la produzione e l'esportazione del legname; poiché le sovvenzioni governative coprono dal 75 al 90% del costo della messa a dimora di nuovi alberi, i proprietari tendono a tagliare le foreste originarie e a sostituirle con i nuovi impianti boschivi da taglio. I grandi proprietari hanno esteso largamente quest'attività, acquistando nuove terre da piccoli proprietari, che emigrano nelle città dove spesso vanno a ingrossare la schiera dei disoccupati. La sostituzione degli alberi locali d'alto fusto attenua la biodiversità, l'emigrazione degli abitanti rurali indebolisce la struttura sociale, mentre lo sfruttamento forestale incondizionato pone problemi di squilibrio ambientale.
Le attività manifatturiere risentono di una fase di indebolimento del mercato, ma non mancano sintomi di ripresa; i comparti maggiormente sviluppati sono quelli petrolchimico, tessile, calzaturiero, cantieristico, meccanico, nonché il tradizionale ramo alimentare.
Il movimento turistico è in aumento e destinato a crescere ancora, se le condizioni politiche resteranno stabili. Le notevoli bellezze naturali, nonché alcuni interessanti centri storici, vengono via via inseriti nei circuiti turistici: per es., l'area desertica dell'Atacama, nel Nord, o i salares, laghi salati o grandi bacini di sale tra la Cordigliera della Costa e le prime propaggini andine, sono mete inconsuete del turismo ambientale; così anche le magnifiche località montane delle valli andine, boscose e ricche di pescosi corsi d'acqua, e ancora i fiordi del Sud fino alla Terra del Fuoco. Il turismo internazionale tocca anche la remota Isola di Pasqua.
Per quanto riguarda il commercio estero, un notevole passo in avanti è stato compiuto dal C. con l'associazione (1996) nel Mercado Común del Sur (MERCOSUR), i cui membri effettivi sono Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay.
Bibliografia
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V. Ruggiero, L. Scrofani, Funzioni regionali e prospettive di sviluppo del Cile nell'ambito del Pacific Rim, in Bollettino della Società geografica italiana, 1998, pp. 551-70.
Storia
di Alfredo Romeo
Tornato alla democrazia nel dicembre 1989, il C. ha di fatto continuato a vivere sotto la tutela dei militari; la Costituzione voluta dal generale A. Pinochet nel 1980, oltre a richiedere una maggioranza qualificata di due terzi dei parlamentari per poter essere modificata, prevedeva infatti anche la presenza di nove senatori non elettivi. Questi, nominati nel 1989 dai militari e schierati con la destra, svolsero negli anni Novanta un ruolo decisivo nell'impedire l'approvazione di qualsiasi riforma significativa. Una prova che in C. vigesse una democrazia 'protetta' si ebbe nel marzo 1998, quando Pinochet, prima di assumere, in quanto ex presidente della Repubblica, un seggio di senatore a vita, lasciò finalmente la guida delle forze armate, ricevendo dai vertici militari la nomina a 'comandante in capo benemerito' e l'assicurazione della loro assoluta lealtà 'presente e futura'.
Priva della maggioranza necessaria per modificare la Costituzione, l'amministrazione di centro-sinistra presieduta dal democristiano P. Aylwin dovette scendere a continui compromessi con l'opposizione di destra e poté approvare solo alcune delle riforme proposte (tra l'altro, il mandato presidenziale, non rinnovabile, fu elevato a sei anni nel febbraio 1994 e i funzionari locali di nomina governativa furono sostituiti con rappresentanti elettivi). Nel marzo 1991 fu pubblicato un rapporto della Comisión Nacional por la Verdad y la Reconciliación, incaricata di far luce sulle principali violazioni dei diritti umani commesse dai militari nel periodo 1973-90; pur privo di conseguenze sul piano giuridico, il lavoro della commissione fu aspramente contestato da Pinochet come lesivo del prestigio delle forze armate e contrario alla legge di amnistia da lui fatta approvare nel 1978. Sul piano della politica economica l'amministrazione Aylwin mantenne l'impostazione liberista adottata dai militari dopo il loro avvento al potere. Grazie anche al buon andamento complessivo dell'economia (pur in presenza di gravi diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza, con oltre il 30% della popolazione costretto a vivere in condizioni di estremo disagio), la coalizione di centro-sinistra (Concertación de los Partidos por la Democracia, CPD) fu confermata al potere dalle elezioni del dicembre 1993. Nelle presidenziali il democristiano E. Frei si impose infatti con il 58% dei voti su A. Alessandri, candidato delle destre (coalizzatesi nella Unión para el Progreso de Chile), che ottenne il 24% dei suffragi. Nelle legislative la CPD mancò nuovamente l'obiettivo di conquistare i due terzi dei seggi, necessari per modificare la Costituzione senza dover scendere a compromessi con l'opposizione, e ottenne 70 deputati (su 120) e 21 senatori elettivi (su 38). Insediatosi nel marzo 1994, Frei ripropose alcune delle leggi di riforma che il suo predecessore non era riuscito a far approvare. Nonostante un accordo sottoscritto con Renovación Nacional (RN), principale partito dell'opposizione, nell'aprile 1996 il Senato respinse una proposta di legge governativa per eliminare i suoi seggi non elettivi e bloccò un pacchetto di riforme comprendente anche l'introduzione di una legge elettorale proporzionale e una revisione della legge di amnistia del 1978. Gli equilibri politici cileni rimasero sostanzialmente immutati dopo le elezioni legislative del dicembre 1997. Sul piano internazionale, conclusi nel 1993 accordi di libero scambio con Colombia ed Ecuador, il C. ristabilì nell'aprile 1995 relazioni diplomatiche con Cuba e nell'ottobre 1996 entrò a far parte del MERCOSUR. Il 16 ottobre 1998 Pinochet fu arrestato a Londra in seguito alla richiesta di estradizione avanzata dalla magistratura spagnola che lo accusava di gravi crimini commessi nei confronti di cittadini spagnoli negli anni della dittatura. In un clima di forte mobilitazione in C. e di crescente attenzione dell'opinione pubblica internazionale, nel marzo-aprile 1999 le autorità inglesi dichiaravano legittime le richieste dei giudici spagnoli.
Bibliografia
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