Cile
Il paese più lungo del mondo
Quasi tutti i climi sono rappresentati nel Cile, allungato dal Tropico all'Antartide a formare una sottile striscia ai piedi delle Ande. Ricco di mare, monti e minerali, poverissimo di terra coltivabile, è un ottimo esempio di paese dalle molte risorse, ma frenato da un passato coloniale che lo costringe a produrre materie prime per le economie più avanzate. Il Cile va cercando da tempo una sua via allo sviluppo, fra crudeli contrasti sociali e dure pressioni internazionali: come in molti altri casi, la cooperazione economica e politica internazionale potrebbe aprire quella via
Il Cile è una striscia di terra nell'America Meridionale, lunga più di 4.000 km tra i 17° e i 56° sud e stretta fra l'Oceano Pacifico e le Ande, che fanno da confine con la Bolivia e l'Argentina. Notevole è, quindi, la varietà dei suoi climi e dei suoi paesaggi.
Le Ande dominano tutto il paese, con molte vette sopra i 6.000 m (la più alta è l'Aconcagua, 6.959 m) e vari vulcani attivi (come il Láscar, 6.641 m); la fascia pianeggiante lungo il mare quasi mai raggiunge i 200 km di larghezza. Fanno parte del territorio cileno alcune isole oceaniche, fra le quali l'Isola di Pasqua, a circa 2.500 km dalla costa. Il Cile rivendica poi una parte dell'Antartide, dove è presente con ben sette basi scientifiche.
In base al clima, si può dividere il paese in una regione arida a nord (in corrispondenza del Tropico del Capricorno è il deserto di Atacama, il più arido del mondo); un'area centrale con clima mediterraneo e precipitazioni invernali; le regioni meridionali della Patagonia cilena e della Terra del Fuoco, non molto lontane dall'Antartide, ricche di foreste ma anche di ghiacciai.
'Scoperto' da Magellano nel 1520, il Cile era abitato da importanti civiltà, come quella degli Inca, che tra il Duecento e il Cinquecento costituirono un vasto impero. Quelle popolazioni furono quasi sterminate all'arrivo dei coloni spagnoli (colonialismo): solo il 10% della popolazione cilena discende dagli Amerindi e vive soprattutto nelle regioni meridionali fredde. Il resto è formato dai discendenti degli Europei, immigrati specialmente negli ultimi due secoli, e dai loro incroci, e vive invece nelle regioni centrali. Qui si trovano le principali città: Santiago, capitale amministrativa, con oltre sei milioni di abitanti nell'area metropolitana, cioè il 40% di tutta la popolazione cilena; e poi altre molto meno popolose, come Valparaiso, capitale legislativa, e Viña del Mar.
Il Cile ha un'agricoltura sviluppata, che produce molto per l'esportazione (frutta, ortaggi, vino); importante l'allevamento, soprattutto con la caratteristica produzione di lana pregiata di lama e di alpaca, animali indigeni delle Ande. Ma le vere ricchezze naturali del paese sono i minerali ‒ specie il rame, di cui è il primo produttore mondiale, e poi metalli preziosi, ferro, zolfo, nitrati e vari altri ‒ e la pesca. Gran parte dell'industria si occupa della prima lavorazione dei minerali, mentre i manufatti sono importati: il Cile è un esempio di Stato con buone risorse naturali e umane e buone potenzialità produttive, che però dipende dalle condizioni politiche ed economiche del mercato internazionale e non riesce a crescere come potrebbe. Anche l'intensa attività del porto di Valparaiso, tra i primi in America Latina, è dovuta all'esportazione di materie prime.
Più di un milione di turisti visita il Cile ogni anno: le sue coste (frastagliatissime e fronteggiate da centinaia di isole nella parte meridionale) hanno infatti molte spiagge, le montagne sono attrezzate con stazioni sciistiche, il patrimonio naturale è ricco e variegato (il 18% del territorio è protetto).