climatologìa Disciplina che studia il clima, i suoi elementi e i suoi fattori e classifica i tipi climatici. È prevalentemente una disciplina geografica, pur avendo stretti legami con la meteorologia e quindi con la geofisica. Tradizionalmente la c. ha avuto per oggetto lo stato medio degli elementi meteorologici in una data regione durante determinati intervalli di tempo (mesi, stagioni, anni).
Sviluppatasi dopo la Seconda guerra mondiale, la c. dinamica è fondata essenzialmente sullo studio delle masse d'aria e delle loro progressive modificazioni. Suoi strumenti principali sono i modelli numerici di clima, sistemi di equazioni esprimenti le relazioni fisiche tra le varie grandezze che determinano lo stato dell'atmosfera. Fondamentale è la distinzione tra modelli transitivi e intransitivi: i primi hanno un solo stato di equilibrio, i secondi due o più. Per stato di equilibrio si intende un determinato clima, cioè una distribuzione dei valori delle varie grandezze atmosferiche avente indici di media e di dispersione costanti. Tali modelli consentono di determinare in termini statistici le reazioni del clima a cambiamenti interni ed esterni all'atmosfera e in definitiva di prevedere le variazioni climatiche.
Le esigenze della pianificazione e le preoccupazioni ecologiche hanno dato grande impulso alla c. regionale e locale. Così, dopo la macroclimatologia, la c. regionale e la microclimatologia (che si occupano del clima rispettivamente a scala planetaria, a scala continentale o subcontinentale e a scala ridotta), si è affermata la mesoclimatologia, che studia il clima delle singole unità geografiche come le aree montane o le aree urbane. Una branca ulteriore della disciplina è la c. storica, che mira a ricostruire le caratteristiche del clima e le sue variazioni nelle diverse epoche attraverso l'uso di fonti storiche.