Organo della presidenza del Consiglio dei ministri con funzioni consultive sulle questioni bioetiche nei confronti del governo, del parlamento e delle altre istituzioni; è stato istituito per la prima volta con decreto del presidente del Consiglio dei ministri il 28 marzo 1990. Durata, composizione e numero dei membri vengono di volta in volta stabiliti nel decreto di rinnovo emanato dal governo. Si avvale di studiosi, accademici e scienziati provenienti da diverse aree disciplinari, in conformità con la natura pluridisciplinare della bioetica. A esso sono affidati i compiti di: a) orientare gli atti legislativi volti a definire i criteri che devono guidare la pratica medica e lo sviluppo biotecnologico al fine di tutelare i diritti umani ed evitare abusi; b) garantire una corretta informazione dell’opinione pubblica sui problemi bioetici sollevati dal progresso biomedico. A tali fini, il C. elabora e pubblica pareri e mozioni su questioni attuali di particolare rilevanza etica e sociale, che possono riguardare sia temi bioetici fondamentali e generali (terapia genica, sperimentazione dei farmaci, statuto dell’embrione umano ecc.), sia problemi più specifici (consenso informato all’atto medico, circoncisione, adozione per la nascita degli embrioni crioconservati ecc.).