Si dice che due beni x e y sono legati da una relazione di complementarità e sono quindi definiti beni c., se all’aumentare del prezzo del bene x la domanda del bene y diminuisce o, reciprocamente, all’aumentare del prezzo del bene y la domanda del bene x diminuisce.
Principio di complementarità di Bohr Nella fisica atomica a ogni osservazione è connessa una perturbazione finita e indeterminata; poiché ogni descrizione spazio-temporale di un evento fisico è legata all’osservazione dell’evento, ne segue che la descrizione spazio-temporale degli eventi e la legge causale classica (legata alla possibilità di osservare causa ed effetto senza contemporaneamente introdurre perturbazioni) rappresentano due aspetti c., escludentisi a vicenda, dei processi fisici.
In grammatica, proposizioni c., proposizioni dipendenti che hanno nel periodo una funzione analoga a quella di alcuni complementi indiretti (proposizioni finali, causali ecc.).
In fonologia, distribuzione c., quella di due o più tipi fonici che non si possono mai trovare nella stessa sede, dinanzi agli stessi fonemi; tali sono, per es., in italiano, n velare e n dentale che compaiono il primo sempre e solo dinanzi a fonema velare, il secondo dinanzi a ogni altro tipo di fonema.
Dato un insieme I e un suo sottoinsieme M, si chiama insieme c. di M (o c. di M, senz’altro) l’insieme formato dagli elementi di I non appartenenti a M, e lo si indica in genere con il simbolo M´oppure con ∁M o analogo. Per es., nell’insieme dei numeri interi, il c. del sottoinsieme dei numeri pari è costituito dall’insieme dei numeri dispari.