In ottica, punti c. in un dato sistema ottico, stigmatico, sono ogni coppia di punti, appartenenti uno allo spazio oggetti, l’altro allo spazio immagini, tali che tutti i raggi passanti per uno dei punti e raccolti dal sistema danno luogo a raggi emergenti dal sistema passanti tutti per l’altro punto; uno qualunque dei raggi raccolti dal sistema e il corrispondente raggio emergente costituiscono una coppia di raggi coniugati.
Si dice di enti corrispondentisi in una relazione, di solito involutoria. Così, sopra una retta, c. armonico di un punto A rispetto a due punti H, K è il punto B tale che ABHK sia un gruppo armonico; nella teoria della polarità rispetto a una conica, due punti si dicono c. quando la polare di uno qualunque dei due passa per l’altro; e ancora, due diametri si dicono c. quando sono corrispondenti nell’involuzione detta appunto dei diametri c., cioè quando ciascuno di essi è la polare del punto improprio dell’altro.
Tangenti c. in un dato punto P (non parabolico) di una superficie sono due qualunque tangenti che formano un gruppo armonico con le due tangenti asintotiche in P alla superficie.
Numeri complessi c. si dicono due numeri z e z′ tali che z=a+ib e z′=a−ib: z è il c. di z′ e viceversa, essi si corrispondono nella relazione (involutoria) di coniugio.
In neurologia, movimenti c. degli occhi, quelli, coordinati, di lateralità, di verticalità, di convergenza. Possono subire alterazioni in vari stati morbosi (paralisi, spasmi, dissociazioni).