Strumento capace di rilevare il numero di giri compiuti in un dato tempo da un corpo rotante. Il più semplice è il c. decimale: su un quadrante diviso in 10 parti uguali, distinte con le cifre da 0 a 9, ruota un indice collegato con un meccanismo di demoltiplica all’albero rotante, in modo che per ogni 10 giri di questo si ha un solo giro dell’indice; l’albero dell’indice comanda un analogo dispositivo in modo che il secondo indice descrive un giro per ogni 10 del primo indice, cioè per ogni 100 dell’albero rotante. In certi c. decimali, per es. in quelli dei contatori d’energia elettrica, ogni quadrante è sostituito da un tamburo rotante sul bordo del quale sono impresse le cifre da 0 a 9 (v. fig.): l’indice è sostituito da una finestrella, davanti alla quale ruota il tamburo, su cui si legge la cifra corrispondente. Usando vari c. in serie e disponendo i tamburi di ciascuno affiancati su uno stesso asse si effettua il conteggio dei giri leggendo direttamente le cifre che si affacciano alla finestrella del contagiri.
Molti c. adottano collegamenti elettromeccanici, ottico-meccanici ecc.; un opportuno trasduttore applicato all’albero genera a ogni giro (o suo sottomultiplo) un segnale (impulso di corrente, luminoso ecc.); tali segnali, opportunamente elaborati, vengono inviati a un contatore.
Sono chiamati c. anche gli apparecchi (encoder, tachimetri) che danno in ogni istante l’indicazione della velocità angolare di un albero attraverso la misurazione del numero di giri nell’unità di tempo. Fondati su principi diversi (meccanici, elettromeccanici, magnetici o ottici), sono molto usati nei quadri di controllo e di comando di motori e di gruppi meccanici.
È in sostanza un c. anche il contachilometri, che totalizza i chilometri percorsi da un veicolo, normalmente associato al tachimetro in un unico corpo. Negli autoveicoli è normalmente azionato da un albero flessibile che prende il moto dalla scatola del cambio tramite un adatto ingranaggio a pignone.