Azione collettiva orientata alla critica, al dissenso o alla protesta nei confronti del sistema sociale e dei suoi valori costitutivi. I soggetti di c. sono i movimenti sociali, soprattutto giovanili e studenteschi, nati dall’aggregazione spontanea di individui che si riconoscono in una comune condizione esistenziale e si mobilitano in vista di obiettivi di mutamento della società. Questi fenomeni spesso traggono origine dall’attrito fra il carattere tendenzialmente repressivo di alcune istituzioni primarie (famiglia e scuola in primo luogo) e le dinamiche modernizzanti delle società sviluppate, per cui la carica di insofferenza e aggressività maturata nei rapporti privati e interfamiliari viene riversata sull’intero sistema sociale. Nel loro sviluppo storico gli episodi di c. si possono presentare come manifestazioni di devianza o varianza sociali, legati a particolari fenomeni di ribellismo giovanile oppure possono costituire fenomeni più ampi di c. globale, quando sono in grado di generare conflitti contro l’ordine sociale sotto l’influenza di ideologie totalizzanti e liberatrici. In questo caso, i conflitti che vengono innescati si caratterizzano essenzialmente per contenuti di polemica antiautoritaria, anticonsumistica, antirazionalista.
Il termine c. è comunemente utilizzato in senso rievocativo con riferimento ai fatti di c. giovanile e studentesca esplosa nelle università americane, durante i primi anni Sessanta del Novecento, e in seguito diffusa in Europa, dove assunse connotazioni più marcatamente politiche, in particolare dopo il 1968.