Statistico e sociologo italiano (Motta di Livenza 1884 - Roma 1965); prof. univ. dal 1910, ha insegnato a Cagliari, Padova e Roma (dal 1925 al 1954); fondatore e preside (dal 1936 al 1954) della facoltà di scienze statistiche, demografiche e attuariali, presidente dell'Istituto centrale di statistica (dalla fondazione al 1932), presidente dell'Istituto internaz. di sociologia, direttore delle riviste Metron (dal 1920), Vita economica italiana (dal 1925 al 1943) e Genus (dal 1934), e degli Indici del movimento economico italiano (dal 1926). Socio naz. dei Lincei (1962). Ha dato grande apporto allo sviluppo della metodologia statistica, usando il metodo matematico e costituendo una vera e propria scuola italiana: tra i suoi contributi i più importanti sono quelli alle teorie della concentrazione (indice di concentrazione) e delle relazioni statistiche (critica dei metodi anglosassoni di inversione probabilistica); notevoli e originali anche i suoi contributi in materia demografica, economica e sociologica. Opere principali: L'ammontare e la composizione della ricchezza delle nazioni (1914; n. ed. agg. 1962); Il neo-organicismo (1927); Nascita, evoluzione e morte delle nazioni (1930); Prime linee di patologia economica (1935; 5a ed. 1952); Memorie di metodologia statistica (1938); Le rilevazioni statistiche tra le popolazioni primitive (2a ed. 1941); Teorie della popolazione (1945); La misura dei fenomeni collettivi (1948); Lezioni di statistica (ultima ed. aggiornata 1955); Economia lavorista. Problemi del lavoro (1956); Le medie (1958); Ricchezza e reddito (1959); Transvariazione (1960); Organismo e società (1960); La logica nella statistica (1962).