Trump, Donald John. – Imprenditore e uomo politico statunitense (n. New York 1946). Laureato alla Wharton School of Pennsylvania in Economia e finanza, dal 1971 al 2017 ha guidato l'azienda di sviluppo immobiliare Trump Organization. Entrato in politica alla fine degli anni Novanta nelle fila del Reform Party per poi passare in quelle del Partito repubblicano, nel luglio 2015 è stato nominato candidato alle presidenziali del 2016 per il Partito repubblicano, presentando un programma politico protezionista in cui risultano centrali la creazione di posti di lavoro, rigide strategie anti-immigratorie e la sostanziale revisione della riforma sanitaria. Alle consultazioni svoltesi l’8 novembre 2016 è stato eletto quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti, subentrando nella carica a B. Obama il 20 gennaio 2017.
Figlio del facoltoso imprenditore Fred, ha ereditato il suo senso degli affari e già durante gli anni del college - nel 1968 si è laureato alla Wharton School of Pennsylvania in Economia e finanza - ha iniziato a lavorare con grandi risultati nell’azienda di famiglia Elizabeth Trump & Son, che dal 1971 al 2017 è passata sotto il suo controllo assumendo il nome di Trump Organization. Tra gli uomini più ricchi al mondo, T. si è impegnato soprattutto nell’edilizia di lusso a Manhattan, facendo del suo nome un brand; dal 2006 è stato il più importante testimonial della multinazionale delle telecomunicazioni e dell’energia ACN Inc, e durante la sua carriera ha tra l’altro costruito casinò, investito in wrestling e nella televisione. Dal 2004 al 2015 è stato conduttore e produttore del programma di successo The Apprentice.
Entrato in politica alla fine degli anni Novanta nelle fila del Reform Party, passato successivamente in quelle del Partito repubblicano, nel luglio 2015 è stato nominato candidato alle presidenziali del 2016. Fomentando il radicalismo e la polarizzazione politica e accentuando nello stesso Partito repubblicano la divisione tra una base infiammata dai suoi discorsi e un’élite preoccupata dalla sua ascesa, T. ha incanalato la rabbia sociale e le ansie di una società spaesata per il declino delle più fondanti appartenenze collettive, fornendo una risposta anti-establishment, populista e rabbiosa, agli effetti di lungo periodo della crisi economica e presentando un programma politico protezionista in cui risultano centrali la creazione di posti di lavoro e agevolazioni fiscali, rigide strategie anti-immigratorie, la sostanziale revisione della riforma sanitaria di Obama e l’implementazione delle fonti fossili. Alle consultazioni svoltesi l’8 novembre 2016 è stato eletto quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti ottenendo il 47,8% dei consensi contro il 47,4% riportato dalla candidata democratica H. Clinton e subentrando nella carica a Obama il 20 gennaio 2017.
Il tentativo di dare risposte immediate al blocco sociale cui deve la sua elezione, attuando fin dai primi giorni di insediamento – caratterizzati peraltro da una serie di proteste di piazza negli USA e nel mondo che non trova confronto nella storia americana – i punti salienti enunciati nel suo programma di governo, con priorità alle politiche immigratorie e sanitarie, è stato almeno temporaneamente vanificato dall’intervento di organi istituzionali quali la magistratura, che ha bloccato per due volte, in gennaio e marzo, due ordini esecutivi (i cosiddetti Muslim ban o Travel ban) volti a impedire o limitare l’ingresso negli Stati Uniti di rifugiati e di cittadini provenienti da alcuni Paesi a maggioranza islamica, e dallo stesso Partito repubblicano, il cui mancato appoggio lo ha costretto a ritirare la riforma sanitaria che avrebbe dovuto sostituire l’Obamacare e a temporeggiare sulla riforma fiscale nota come Border adjustment tax, la tassa sui beni prodotti fuori degli USA che ha sollevato aspre critiche da parte degli stessi imprenditori statunitensi. Sul fronte della politica estera, in aperto contrasto con le scelte USA degli ultimi anni e inizialmente fedele a quell'“America first!” che è stato il suo slogan nel giorno di insediamento, T. si è dimostrato dapprima riluttante a esercitare quel ruolo di egemonia sul mondo che è stato la cifra politica degli Stati Uniti nelle presidenze precedenti a Obama, ostentando un atteggiamento di indifferenza se non di ostilità nei confronti della stessa Unione europea, che rischia di vedere introdotti dazi punitivi del 100% su una serie di beni-icona del Vecchio Continente quali gli scooter Vespa e il formaggio Roquefort, e manifestando la volontà di destrutturare accordi multilaterali quali il NAFTA e il TPP, per poi assumere inaspettate posizioni interventiste – che hanno comunque prodotto il risultato di ricompattare i repubblicani sul fronte interno e di ridare credibilità all’immagine politica del presidente, apparsa fino ad allora confusa e sfocata - nel conflitto mediorientale, sferrando per la prima volta un attacco diretto e unilaterale contro le forze armate della Siria nel mese di aprile, a seguito del massacro perpetrato presumibilmente da Assad attraverso l'uso di armi chimiche nel villaggio di Khan Shaikun, 50 km a sud di Idlib, e inviando nell’Alto Pacifico un gruppo d’assalto navale con portaerei come risposta alla volontà della Corea del Nord di potenziare il suo programma atomico, ciò che ha suscitato forti contrasti con la Russia e che rischia di destabilizzare gli equilibri geopolitici mondiali. Nel maggio 2017, mentre il suo livello di popolarità è sceso al di sotto del 40% - il più basso mai registrato da un presidente USA a inizio mandato - e nel corso di un'inchiesta sui presunti tentativi della Russia di interferire nella campagna per le presidenziali che ha coinvolto vari membri del suo staff, T. ha annunciato dopo il G7 di Taormina il ritiro degli USA dal Trattato di Parigi del 2015 e la volontà di negoziare un nuovo documento; il mese successivo è stato egli stesso indagato nell'ambito del Russiagate per tentato ostacolo alla giustizia. I già tesi rapporti con le Nazioni Unite sono stati ulteriormente deteriorati dalla decisione, presa nell'ottobre 2017 e attuativa dal dicembre dell'anno successivo, di ritirare formalmente gli Stati Uniti dall'Unesco, di cui ha denunciato i presunti pregiudizi anti-israeliani; nel quadro geopolitico mondiale, vastissimo impatto ha inoltre avuto la decisione presa nel dicembre successivo di riconoscere Gerusalemme come la capitale dello Stato di Israele e di avviare le procedure per il trasferimento dell’ambasciata da Tel Aviv, dando seguito al Jerusalem Embassy Act approvato dal Congresso nel 1995 ma mai applicato dai presidenti che lo hanno preceduto. Nel giugno 2018, la fase di progressivo disgelo nelle relazioni con la Corea del Nord aperta mesi prima da Kim Jong-un ha reso possibile lo storico incontro avvenuto tra i due capi di stato sull'isola di Sentosa (Singapore), nel corso del quale essi hanno firmato un documento per la denuclearizzazione della Penisola coreana.
In politica interna, le elezioni di metà mandato del novembre 2018 - ritenute il banco di prova dell’operato di T. e svoltesi in un clima di accese tensioni e di violenze politiche – hanno registrato la perdita del controllo repubblicano della Camera, mentre il Gop ha mantenuto quello del Senato, ciò delineando un quadro di netta polarizzazione in cui le eterogenee forme di dissidenza verso le politiche presidenziali organizzate in primo luogo da donne, afroamericani e giovani elettori sono state decisive per la rimonta democratica. Nei mesi successivi l'inasprimento dei conflitti razziali e le violente proteste di piazza organizzate dal movimento Black lives matter che hanno trovato risonanza e sostegno internazionali e l'aggravarsi della crisi economica hanno parzialmente eroso i consensi accordati al presidente, che nel mese di agosto ha accettato la nomination repubblicana per un secondo mandato in vista delle consultazioni presidenziali previste per il novembre 2020. Le consultazioni, svoltesi in un clima di rigida polarizzazione politica e culturale acuita dalla pandemia di Coronavirus cui il presidente uscente ha fornito risposte inefficienti se non irresponsabili, perdendo consensi ma riuscendo comunque a mantenere una soglia di resistenza costituita da elettori di classe medio-alta e alimentata dalle teorie cospirazioniste e dai miti salvifici di QAnon, hanno registrato la sconfitta di T., cui dal gennaio 2021 è subentrato il democratico J. Biden. Escluso dall'accesso ai social network Facebook e Twitter in ragione dell'uso fattone in concomitanza con l'assalto a Capitol Hill, nel febbraio 2022 l'ex presidente ha lanciato la piattaforma social Truth Social, sviluppata dalla Trump Media & Technology Group e da Digital World Acquisition. Nel novembre 2022, nonostante gli insoddisfacenti risultati delle consultazioni di metà mandato, l'uomo politico ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali del 2024. Tra il marzo e l'agosto 2023 dell'anno successivo, Trump - primo presidente nella storia degli Stati Uniti - è stato incriminato dalla procura di Manhattan per 34 capi di imputazione gravi (tra cui il versamento nel 2016 di 130.000 dollari alla pornostar S. Daniels affinché tacesse su una loro presunta relazione), per 37 capi di accusa mossi dalla corte federale di Miami (detenzione illegale di informazioni sulla difesa nazionale), per 4 casi d'accusa della corte federale della Columbia (in merito all'assalto al Congresso, volto a sovvertire l'esito delle presidenziali del 2020) e per 13 capi di imputazione mossi dalla Corte federale della Georgia (per ingerenze nelle elezioni del 2020) in ragione dei quali è stato arrestato nell'agosto 2023, con rilascio immediato su cauzione.