Einfühlung Concetto, solitamente reso con ‘empatia’ o ‘simpatia simbolica’, (la traduzione letterale è «immedesimazione») posto alla base della teoria estetica elaborata da R. Vischer (Über das optische Formgefühl, 1873) e T. Lipps (Ästhetik, 1903-06), secondo la quale l’arte è l’immedesimarsi del sentimento nelle forme naturali, a causa di una profonda consonanza o simpatia tra soggetto e oggetto. L’uomo attribuisce bellezza alle forme nelle quali riesce a trasferire o proiettare il proprio senso vitale. Il godimento estetico è pertanto godimento oggettivato di noi stessi. Il termine E. si diffuse soprattutto in seguito all’apparizione della fortunata opera di W. Worringer Abstraktion und Einfühlung (1908), per il quale questa teoria è idonea a far comprendere soltanto l’arte classica e quella rinascimentale, che nascono da un sentimento di immedesimazione con le forme organiche, mentre nulla ci può dire sull’arte dei popoli primitivi e delle civiltà preclassiche e orientali, in cui prevale un sentimento antinaturalistico. Accanto al bisogno di empatia, va dunque postulata l’esistenza di un impulso originario di astrazione, che tende all’inorganico, al regolare, al geometrico. Insistendo sui fondamenti psichici dell’esperienza estetica, la teoria dell’E. ha dato un notevole impulso al costituirsi di una psicologia dell’arte, anche se gli studi in questo campo si sono orientati principalmente verso l’analisi dei fenomeni percettivi, secondo ipotesi assai più prossime alla teoria della ‘pura visibilità’ (➔ Fiedler, Konrad e visibilità).