Scuola filosofica greca, fondata, secondo la tradizione, in Elea, nella Magna Grecia, da Senofane da Colofone, rapsodo ionico del 6° sec. a.C. Ma il suo maggior rappresentante e il vero fondatore della dottrina eleatica della realtà è Parmenide. Caratteristica fondamentale è la differenza profonda posta da Parmenide tra il mondo sensibile, molteplice e mutevole, regno del divenire e dell’apparenza (che quindi non si può dire che sia), e il mondo intelligibile, oggetto della ragione, il solo che esista e che quindi possa dirsi che ‘è’. L’‘essere’ così affermato come unica vera realtà in quanto esente da ogni possibile contraddittorietà fu progressivamente ontologizzato dai discepoli: da Zenone, con la dottrina dell’essere come Uno, e da Melisso, con il quale era ammessa, in linea di principio, la possibilità di una pluralità di realtà, qualora esse avessero avuto quelle caratteristiche che Melisso riconosceva come proprie del solo ‘essere’ parmenideo. Nel riconoscimento di questa possibilità sta la genesi del posteriore pluralismo e, in tal modo, l’e., soprattutto nel suo contrasto con l’eraclitismo, influenzò profondamente il corso ulteriore del pensiero greco.