Filosofo e storico della filosofia tedesco (Breslavia 1874 - New York 1945); dal 1919 fu prof. e poi rettore nell'univ. di Amburgo; esule per le persecuzioni razziali naziste, fu prof. a Oxford (1934), a Göteborg in Svezia (1935), infine nella Yale University (1941) e nella Columbia University (1944) negli USA. Formatosi alla scuola neokantiana di Marburgo, subì qui l'influsso di H. Cohen, la cui interpretazione del criticismo kantiano come idealismo logico fondante la legalità della scienza, vista come l'unica disciplina in grado di fornire un resoconto coerente dell'esperienza, è riconoscibile nel primo periodo della produzione di Cassirer. Dopo aver esaminato lo sviluppo storico della teoria della conoscenza nel pensiero filosofico e scientifico dal Rinascimento a Kant (Leibniz' System in seinen wissenschaftlichen Grundlagen, 1902; Das Erkenntnisproblem in der Philosophie und Wissenschaft der neueren Zeit, 4 voll., 1906, 1907, 1920 e 1950; trad. it. 1952-58), nella sua prima opera teorica, Substanzbegriff und Funktionsbegriff (1910; trad. it. 1973), C. analizzò la struttura logica degli ambiti fondamentali della scienza contemporanea. In questa analisi, il concetto di una sostanza indipendente dall'attività conoscitiva umana e garanzia dell'oggettività della conoscenza (concetto metafisico cardine almeno a partire da Aristotele) viene sostituito dal concetto di funzione, in base al quale l'oggettività della conoscenza è costituita dalle relazioni funzionali che l'intelletto stabilisce a priori tra i dati forniti dall'osservazione. A tale fondamento kantiano C. ricondusse successivamente anche la teoria einsteiniana della relatività (Zur Kritik der Einsteinschen Relativitäts theorie, 1921; trad. it. 1973) e la meccanica quantistica (Determinismus und Indeterminismus in der modernen Physik, 1936; trad. it. 1970). Nel contempo estese la stessa interpretazione kantiana alle altre sfere della cultura, tutte intese come autonome manifestazioni dell'attività conoscitiva dello spirito. Nella Philosophie der symbolischen Formen (3 voll., 1923, 1925 e 1929; trad. it. 1961-66) C. concepisce anche il mito, il linguaggio, la religione, l'arte, ecc., come forme simboliche per mezzo delle quali lo spirito dà un senso al reale. Tali forme, tra loro differenti a seconda del principio spirituale operante in esse ma unite dal fatto di essere creatrici di simboli (intuitivi o concettuali), permettono di eliminare la tradizionale contrapposizione tra epoche storiche in favore di una continuità funzionale tra le prime fasi mitico-magiche e quelle razionali della scienza contemporanea. Nel delineare la struttura complessiva del sistema delle forme simboliche, interagenti entro l'unità dello spirito, Cassirer, pur mantenendo ferma l'impostazione kantiana, risentì fortemente l'influsso della fenomenologia di Hegel. Il concetto di forma simbolica rimase il principio fondamentale delle sue successive opere teoriche: Zur Logik der Kulturwissenschaften (1942); An essay on man (1944; trad. it. 1971); The myth of the state (1946; trad. it. 1950). All'elaborazione del concetto di forma simbolica corrispose un ampliamento dell'interesse storiografico di C., che trovò espressione in numerose opere: Freiheit und Form (1916); Kants Leben und Lehre (1918; trad. it. 1977); Idee und Gestalt (1921); Individuum und Kosmos in der Philosophie der Renaissance (1927; trad. it. 1935); Die Philosophie der Aufklärung (1932; trad. it. 1935).