Il gusto, la ricerca e l’uso delle cose forestiere, estranee alle tradizioni locali, nelle arti e nella vita. La visione e la conoscenza di mondi esotici scaturiscono e vengono alimentate sostanzialmente attraverso due canali: il commercio di prodotti naturali o manufatti provenienti da paesi lontani, in particolare dall’Oriente; la produzione letteraria, dai poemi cavallereschi alla novellistica, alla letteratura di viaggio nelle sue varie sfumature.
Come vera e propria categoria del gusto, l’e. ebbe la massima diffusione durante il 19° sec., fino a diventare una componente della sensibilità di molti artisti e scrittori; e si manifestò come un complesso di emozioni suscitate dall’evocazione e dal rapporto con paesi stranieri.
Dal 20° sec., l’approccio scientifico verso le altre culture, la caduta di molte barriere, le maggiori opportunità date a chiunque di raggiungere paesi un tempo lontani, hanno certamente ridotto quegli spazi della fantasia che avevano alimentato il gusto dell’esotico. Malgrado ciò, una sorta di e. di consumo si è potuto intravvedere nelle molteplici iniziative volte a reclamizzare e incrementare viaggi di piacere in luoghi ‘incontaminati’ o in paesi di remota civiltà.