Nel linguaggio economico-finanziario, le divise estere (➔ divisa) oggetto di trasferimento al di fuori dei paesi che le hanno emesse, sotto forma di investimenti a breve termine (depositi, crediti, titoli a breve) e di obbligazioni, e che al tempo stesso non sono possedute dalle banche centrali. Un esempio di questo tipo è costituito dagli eurodollari (detti anche dollari offshore o dollari crossborder), il cui mercato è stato nel corso degli anni 1970 notevolmente accresciuto in seguito al forte aumento del prezzo del petrolio, con conseguente incremento degli introiti in dollari dei paesi produttori. Nei decenni seguenti la globalizzazione dei flussi finanziari ha ancora ingrandito il mercato dell’eurodollaro e delle eurodivise.